Dal Blog Voglioscendere del 17 giugno 2009
Pino Corrias
(Giornalista)
Nella bella Italia delle tre mafie planetarie, della corruzione politica, degli abusi edilizi, del traffico clandestino di uomini e donne, del flusso illegale di rifiuti tossici, nella bella Italia dell’usura e dell’evasione fiscale, della pedofilia, degli stupri, delle bande di quartiere, del traffico di cocaina e delle periferie avvelenate, in questa bella Italia, il governo Berlusconi sta per cancellare le interecettazioni telefoniche. E in subordine la libertà di stampa.
In attesa della seconda approvazione alla Camera e alla ratifica di Giorgio Napolitano, la nuova legge restringe a una manciata i reati in cui sarà possibile usare lo strumento delle intercettazioni, ma anche in quel caso per tempi limitati (60/80 giorni) e con tali meccanismi di controllo da vanificarne la segretezza (per gli interecettati). Ma da sancirne l’invisibilità per tutti gli altri, cioè l’opinione pubblica, che non saprà più nulla delle indagini in corso fino alla celebrazione dei processi. Cosa significa? Che nel recente passato non ci sarebbe mai stato lo scandalo Parmalat, salvo che per i correntisti truffati. Che non si sarebbero mai conosciuti i retroscena fangosi delle scalate bancarie, né il traffico di pazienti nelle cliniche milanesi.
Istruttivo che a pretendere la legge bavaglio siano gli stessi politici del centro destra che sulla sicurezza hanno fondato il loro successo. Gli stessi che varano le ronde in camicia verde, che arruolano la flotta contro i barconi, e la fanteria contro gli scippatori. Che chiedono la tolleranza zero contro i poveracci. Ma che a tutela d’altri telefoni & affari disarmano i magistrati e la libera stampa.
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