Dal sito Antimafia 2000
del 28 luglio 2009
di Gabriella Nuzzi
(Magistrato)
Riceviamo dalla Dott.ssa Gabriella Nuzzi, pubblichiamo integralmente e sottoscriviamo una lettera con la quale il magistrato commenta le dimissioni di Luigi Apicella dalla magistratura additando le responsabilità di quei poteri forti che hanno violentemente attaccato il “pericoloso” lavoro svolto da Luigi de Magistris e dalla procura di Salerno.
Al fine di proteggere gli interessi di quella schiera di intoccabili che le loro stesse indagini avevano identificato e che rischiavano di compromettere.
L’addio del Procuratore Apicella alla magistratura è un gesto che desta profonda amarezza e sconcerto, che non può e non deve essere “liquidato” nelle brevi, laconiche parole pronunciate dal Presidente dell’A.N.M.
Occorre riflettere a fondo sulle ragioni di questa “scelta” obbligata.
L’opinione pubblica e le forze sane interne delle istituzioni hanno il diritto di conoscere la verità, del perché un intero apparato istituzionale, sulla base di un’inaccettabile menzogna (l’inscenata “guerra tra Procure”) e con tanta unanimità di intenti, abbia attaccato così violentemente dei servitori dello Stato, tolto loro le funzioni inquirenti, bloccato le indagini nelle quali erano impegnati, messo in atto una meticolosa opera di distruzione della loro reputazione personale e professionale.
Siamo stati lasciati soli, nel silenzio e nella indifferenza di chi, per dovere istituzionale oltre che morale, avrebbe dovuto accertare i fatti e tutelarci, in balia di attacchi di ogni genere, senza alcuna possibilità di difesa, senza diritto alcuno (per quanto mi riguarda, neppure quello ad essere madre), folli artefici di un disastro istituzionale o, piuttosto, testimoni scomodi di una verità devastante, in attesa che, lenta e silente, giunga finalmente la nostra eliminazione, la quieti ritorni e la normalizzazione del “sistema” sia definitivamente compiuta.
Stiamo pagando un prezzo altissimo per quella verità ed è in nome di essa che è necessario fare al più presto chiarezza su quanto è accaduto e sta accadendo, perché nessun magistrato sia più costretto a lasciare, per il proprio onore, il lavoro che ama.
del 28 luglio 2009
di Gabriella Nuzzi
(Magistrato)
Riceviamo dalla Dott.ssa Gabriella Nuzzi, pubblichiamo integralmente e sottoscriviamo una lettera con la quale il magistrato commenta le dimissioni di Luigi Apicella dalla magistratura additando le responsabilità di quei poteri forti che hanno violentemente attaccato il “pericoloso” lavoro svolto da Luigi de Magistris e dalla procura di Salerno.
Al fine di proteggere gli interessi di quella schiera di intoccabili che le loro stesse indagini avevano identificato e che rischiavano di compromettere.
L’addio del Procuratore Apicella alla magistratura è un gesto che desta profonda amarezza e sconcerto, che non può e non deve essere “liquidato” nelle brevi, laconiche parole pronunciate dal Presidente dell’A.N.M.
Occorre riflettere a fondo sulle ragioni di questa “scelta” obbligata.
L’opinione pubblica e le forze sane interne delle istituzioni hanno il diritto di conoscere la verità, del perché un intero apparato istituzionale, sulla base di un’inaccettabile menzogna (l’inscenata “guerra tra Procure”) e con tanta unanimità di intenti, abbia attaccato così violentemente dei servitori dello Stato, tolto loro le funzioni inquirenti, bloccato le indagini nelle quali erano impegnati, messo in atto una meticolosa opera di distruzione della loro reputazione personale e professionale.
Siamo stati lasciati soli, nel silenzio e nella indifferenza di chi, per dovere istituzionale oltre che morale, avrebbe dovuto accertare i fatti e tutelarci, in balia di attacchi di ogni genere, senza alcuna possibilità di difesa, senza diritto alcuno (per quanto mi riguarda, neppure quello ad essere madre), folli artefici di un disastro istituzionale o, piuttosto, testimoni scomodi di una verità devastante, in attesa che, lenta e silente, giunga finalmente la nostra eliminazione, la quieti ritorni e la normalizzazione del “sistema” sia definitivamente compiuta.
Stiamo pagando un prezzo altissimo per quella verità ed è in nome di essa che è necessario fare al più presto chiarezza su quanto è accaduto e sta accadendo, perché nessun magistrato sia più costretto a lasciare, per il proprio onore, il lavoro che ama.
Nessun commento:
Posta un commento