Dal Quotidiano on line Antimafia 2000
del 23 luglio 2009
di Salvo Palazzolo
(Giornalista)
Agli atti le rivelazioni del boss Ilardo: contatti Stato-mafia anche dopo le stragi.
Palermo. Non fu una sola la trattativa fra la Cupola mafiosa e uomini delle istituzioni. Due anni dopo il "papello" di Totò Riina, Bernardo Provenzano ripropose le stesse richieste tramite un contatto nella nascente Forza Italia, Marcello Dell´Utri. La Procura diretta da Francesco Messineo ha acquisito al nuovo fascicolo «Trattativa» – di cui ieri Repubblica ha anticipato l´esistenza – le confidenze fatte dal boss di Caltanissetta Luigi Ilardo al colonnello Michele Riccio, prima di essere ucciso. Quelle parole sono per i magistrati la prova che di trattativa ce ne fu una seconda, altrettanto complessa, altrettanto piena di figure ancora senza nome.
Ecco cosa disse Ilardo, durante un incontro segreto in provincia di Messina, nel febbraio 1994: «Circa un mese fa i palermitani hanno indetto una riunione ristretta con i rappresentanti delle altre famiglie siciliane». Il colonnello Riccio prendeva appunti: «È stato deciso – diceva Ilardo – che tutti gli appartenenti alle varie organizzazioni mafiose del territorio nazionale debbano votare Forza Italia. I vertici palermitani hanno stabilito un contatto con un esponente insospettabile dell´entourage di Berlusconi. Questi, in cambio del loro appoggio, ha garantito normative di legge a favore degli inquisiti delle varie famiglie nonché future coperture per lo sviluppo dei nostri interessi economici quali appalti e finanziamenti statali».
Nel suo rapporto al comando Ros Riccio non scrisse che Ilardo gli aveva fatto il nome dell´insospettabile politico. «Non mi fidavo dei vertici del reparto, non mi fidavo di Mario Mori», ha spiegato Riccio ai pm Nino Di Matteo e Antonio Ingroia. Il nome del politico è adesso ufficialmente agli atti dell´inchiesta sulla trattativa. Marcello Dell´Utri, senatore della Repubblica condannato a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa, in attesa della sentenza d´appello. L´inchiesta sulla seconda trattativa cerca adesso di ricostruire i passaggi che mancano fra Provenzano e Dell´Utri. Diceva Ilardo in un altro incontro con Riccio: «Provenzano ha ottenuto delle promesse dal nuovo apparato politico che ha vinto le elezioni, in cambio dei voti ricevuti».
Chi sono i protagonisti della seconda trattativa? I magistrati avrebbero iscritto nel registro degli indagati alcuni dei mafiosi che parteciparono all´incontro indetto dai «palermitani», in cui si parlò delle garanzie offerte dal «contatto». L´ultima clamorosa inchiesta dei pm di Palermo va oltre le relazioni fra mafia e politica: un pool di magistrati, di cui fanno parte anche Roberto Scarpinato e Paolo Guido, sta cercando di dare un nome agli intermediari. Spunti non ne mancano nelle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, fra imprenditori e uomini dei servizi, i cui nomi sono stati archiviati negli anni passati «per mancanza di riscontri». Questa mattina, il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso terrà una riunione di coordinamento fra tutti i magistrati (di Palermo, Caltanissetta, Firenze e Milano) che indagano sui misteri delle stragi.
del 23 luglio 2009
di Salvo Palazzolo
(Giornalista)
Agli atti le rivelazioni del boss Ilardo: contatti Stato-mafia anche dopo le stragi.
Palermo. Non fu una sola la trattativa fra la Cupola mafiosa e uomini delle istituzioni. Due anni dopo il "papello" di Totò Riina, Bernardo Provenzano ripropose le stesse richieste tramite un contatto nella nascente Forza Italia, Marcello Dell´Utri. La Procura diretta da Francesco Messineo ha acquisito al nuovo fascicolo «Trattativa» – di cui ieri Repubblica ha anticipato l´esistenza – le confidenze fatte dal boss di Caltanissetta Luigi Ilardo al colonnello Michele Riccio, prima di essere ucciso. Quelle parole sono per i magistrati la prova che di trattativa ce ne fu una seconda, altrettanto complessa, altrettanto piena di figure ancora senza nome.
Ecco cosa disse Ilardo, durante un incontro segreto in provincia di Messina, nel febbraio 1994: «Circa un mese fa i palermitani hanno indetto una riunione ristretta con i rappresentanti delle altre famiglie siciliane». Il colonnello Riccio prendeva appunti: «È stato deciso – diceva Ilardo – che tutti gli appartenenti alle varie organizzazioni mafiose del territorio nazionale debbano votare Forza Italia. I vertici palermitani hanno stabilito un contatto con un esponente insospettabile dell´entourage di Berlusconi. Questi, in cambio del loro appoggio, ha garantito normative di legge a favore degli inquisiti delle varie famiglie nonché future coperture per lo sviluppo dei nostri interessi economici quali appalti e finanziamenti statali».
Nel suo rapporto al comando Ros Riccio non scrisse che Ilardo gli aveva fatto il nome dell´insospettabile politico. «Non mi fidavo dei vertici del reparto, non mi fidavo di Mario Mori», ha spiegato Riccio ai pm Nino Di Matteo e Antonio Ingroia. Il nome del politico è adesso ufficialmente agli atti dell´inchiesta sulla trattativa. Marcello Dell´Utri, senatore della Repubblica condannato a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa, in attesa della sentenza d´appello. L´inchiesta sulla seconda trattativa cerca adesso di ricostruire i passaggi che mancano fra Provenzano e Dell´Utri. Diceva Ilardo in un altro incontro con Riccio: «Provenzano ha ottenuto delle promesse dal nuovo apparato politico che ha vinto le elezioni, in cambio dei voti ricevuti».
Chi sono i protagonisti della seconda trattativa? I magistrati avrebbero iscritto nel registro degli indagati alcuni dei mafiosi che parteciparono all´incontro indetto dai «palermitani», in cui si parlò delle garanzie offerte dal «contatto». L´ultima clamorosa inchiesta dei pm di Palermo va oltre le relazioni fra mafia e politica: un pool di magistrati, di cui fanno parte anche Roberto Scarpinato e Paolo Guido, sta cercando di dare un nome agli intermediari. Spunti non ne mancano nelle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, fra imprenditori e uomini dei servizi, i cui nomi sono stati archiviati negli anni passati «per mancanza di riscontri». Questa mattina, il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso terrà una riunione di coordinamento fra tutti i magistrati (di Palermo, Caltanissetta, Firenze e Milano) che indagano sui misteri delle stragi.
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