del 18 agosto 2009
di Dora Quaranta
(Giornalista)
Roma. "Diversi ministri hanno fatto notare come nessun componente della giunta o del consiglio comunale di Fondi sia stato toccato da un avviso di garanzia e sembrava strano che si dovesse agire con un intervento come quello dello scioglimento del consiglio comunale".
Lo ha affermato il 15 agosto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in conferenza stampa al termine del vertice sulla sicurezza al Viminale. La gravità di tale affermazione è stata sollevata da più parti. A maggior ragione per essere stata pronunciata proprio alla presenza del ministro Maroni che da febbraio di quest’anno ha avanzato la proposta dello scioglimento di Fondi per infiltrazioni mafiose.
In una nota diramata dall’ufficio stampa della Presidenza del Consiglio si legge che la vicenda riguardante Fondi sarà prossimamente all’esame del Consiglio dei Ministri. Il ministro Maroni intanto, essendo entrato in vigore il Disegno di Legge Sicurezza che introduce nuove procedure, ha chiesto una nuova istruttoria da parte del Prefetto competente, "così da essere pronti a presentare una relazione sull'argomento – ha detto - per la prima o per la seconda riunione del Consiglio dei Ministri". Ma nelle norme del pacchetto Sicurezza, ha replicato il capogruppo Pd in Antimafia, Laura Garavini, “non c´è mai scritto che per sciogliere un consiglio comunale qualche amministratore in carica debba essere raggiunto da un avviso di garanzia. La legge sullo scioglimento, infatti, è preventiva rispetto all´azione penale”. Il leader dell´Idv Antonio Di Pietro ha ricordato al presidente del Consiglio che “altri due comuni, Fabrizia e Vallelunga Pratameno, sono stati sciolti dal governo per gli stessi motivi di Fondi”.
Ad attestare le infiltrazioni di Camorra e ‘Ndrangheta nelle attività commerciali di Fondi, sede del Mof il più grande mercato ortofrutticolo d’Europa, vi sono le 500 pagine della relazione del prefetto Frattasi, integrate da 9 faldoni di documenti, le rivelazioni di Riccardo Izzi, ex assessore ai lavori pubblici del comune, le migliaia di pagine delle inchieste «Damasco 1» e «Damasco 2», gli arresti del 6 luglio scorso di diciassette persone, tra cui il capo della Polizia Municipale, Dario Leone ed il suo vice Pietro Munno.
I toni della polemica si sono fatti più accesi essendo trapelata la notizia che nella relazione prefettizia si fa riferimento agli interessi di due politici del Pdl, il senatore Claudio Fazzone (che proprio nei giorni scorsi ha chiesto «una commissione d´inchiesta sull´operato del prefetto») e dello stesso sindaco di Fondi Luigi Parisella. Fazzone e Parisella sono soci nella srl Silo e sarebbero stati avvantaggiati da una variante al piano regolatore votata dallo stesso sindaco.
Luigi de Magistris, europarlamentare dell'Italia dei Valori, ha dichiarato urgente indire proprio davanti al mercato del Mof una grande mobilitazione democratica a sostegno del lavoro svolto dalla Prefettura di Latina e della lotta contro la criminalità organizzata.
"E' ovvio – ha detto de Magistris - che il governo non voglia sciogliere il comune di Fondi: personaggi di primo piano della maggioranza e dell'esecutivo, compreso il presidente del Consiglio, sono infatti intervenuti a difesa della criminalita' e della sua capacita' di infiltrarsi nell'amministrazione locale. Tutti pronti a stringersi attorno, tra l'altro, al senatore Fazzone del Pdl, gia' collaboratore stretto, da quello che si legge sulla stampa, del vice-presidente del Csm Mancino (quest'ultimo non troppo fortunato in quanto a collaboratori: si veda anche la vicenda dei suoi rapporti in Calabria con Saladino)".
E’ intervenuto nella vicenda Fondi anche il Sinpref (Associazione sindacale dei funzionari prefettizi) denunciando che “mai prima d’ora lo scioglimento di un ente locale era stato rinviato per motivi tecnico-giuridici o comunque attinenti al merito della proposta fondata su elementi di fatto già rigorosamente accertati e documentati dal prefetto”.
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