Dal Quotidiano La Repubblica
del 11 agosto 2009
di Gabriella De Matteis e Giuliano Foschini
(Giornalisti)
BARI - "Quelli di Bari", li chiamavano lo scorso anno in Costa Smeralda. "Quelli stanno riempiendo di coca mezza Sardegna". Così parlava lo scorso anno "a cornetta aperta con un interlocutore non identificato" Francesca Lana, una delle soubrette vicine al gruppo di Gianpaolo Tarantini, l'imprenditore barese accusato dalla procura di Bari di aver portato prostitute al presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. La Lana era intercettata dalla Guardia di Finanza e ora quella conversazione è agli atti del fascicolo che, venerdì mattina, ha portato in carcere Massimiliano Verdoscia, il socio di Gianpaolo Tarantini e Stefano Iacovelli. È il luglio del 2008, la prima estate che Gianpaolo Tarantini, per sua stessa ammissione davanti alle fiamme gialle, trascorre in Sardegna. Un'estate di feste e coca, "tanta che anche noi eravamo coscienti che si esagerasse - racconterà Alessandro Mannarini, collaboratore di Tarantini e anche lui indagato per coca - ci si riprometteva di smettere, ma le promesse venivano puntualmente disattese".
Una delle ospiti fisse di quell'estate a casa Tarantini era Francesca Lana, una "soubrette" - come la definiscono gli investigatori - nota alle cronache mondane soprattutto per essere l'amica del cuore di Manuela Arcuri. Bene, è una notte di luglio quando la Lana - "in stato confusionale" scrivono gli stessi finanzieri - non misura le parole e si lascia andare ad un'affermazione che, nell'indagine, diventa importante o comunque meritevole di essere citata. "Quelli di Bari danno la droga a tutti, lo sa anche Briatore (ndr, che non è né indagato né coinvolto nell'inchiesta, a nessun titolo)" dice, in sintesi, l'attrice così come riportato nel verbale agli atti dell'indagine.
A questa ricostruzione segue una nuova conversazione, anch'essa intercettata, tra la Lana e Mannarini, nella quale si parla di alcune dosi di cocaina che l'uomo avrebbe dovuto portare. Il tenore delle feste sarde nella villa di Tarantini sono definite dal gip "inquietanti" per il giro di droga: l'imprenditore barese - che portò Patrizia D'Addario e altre signore a Palazzo Grazioli dal presidente - usava offrire coca ai suoi ospiti come fosse un bicchiere di vino.
Tarantini ha però fatto al pm Giuseppe Scelsi, nell'interrogatorio del 28 luglio scorso, il nome di Massimiliano Verdoscia come colui che avrebbe portato la droga. Ed è stato sempre Tarantini a tirare in ballo Stefano Iacovelli. Dichiarazioni che la difesa di Massimiliano Verdoscia e Stefano Iacovelli contestano.
Questa mattina, davanti al gip Sergio Di Paola, è in programma l'interrogatorio di garanzia dei due indagati. Il legale di Iacovelli, l'avvocato Rosario Greco non vuole fare alcun commento sull'indagine. Ieri però è stato in carcere dove ha incontrato il suo assistito che era sereno e certo, spiega il legale, "di poter dimostrare la sua assoluta estraneità ai fatti che gli vengono contestati".
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