Dal Quotidiano La Repubblica
del 4 agosto 2009
di Umberto Rosso
(Giornalista)
ROMA - "Che devo fare, prendo a botte Berlusconi?". La voglia di menar le mani dell'onorevole Di Pietro è metaforica ma rende abbastanza bene come si senta l'opposizione di fronte al buco nero dei 35 miliardi di spesa corrente. Allarme-sfascio. Sul tasto dei conti allo sbando del governomartella con forza Eugenio Scalfari, con una domanda secca al centrosinistra: ma voi, che fate? Eccole perciò, le risposte dei leader, che si sentono come intrappolati in una ragnatela tessuta da Berlusconi e Tremonti. Spiega Pier Luigi Bersani: "E' così, i conti deragliano, il governo taglia gli investimenti che tanto nessuno strilla e gonfia come un pallone la spesa corrente per tenersi buoni i consensi, e lo abbiamo denunciato tante volte. Però... ". Segue constatazione sconfortata del candidato alla segreteria del Pd: "In un anno siamo andati avanti con 23 colpi di fiducia, al ritmo quasi di un decreto al giorno, Berlusconi e Tremonti non si sono presentati una sola volta a discutere della crisi economica". Che vuol dire? Vuol dire che "non c'è più lo spazio, il luogo fisico per la nostra battaglia", significa che "la deformazione parlamentare" ha raggiunto il livello di guardia. Conclusione: "Il vero capo del governo è il ministro dell'Economia, che sfugge con i decreti al controllo collettivo del Consiglio dei ministri e poi del Parlamento e dell'opposizione". E vai a capire, allora, dove finisce il fiume di soldi che tracima dalle casse pubbliche.
Ricostruzione in questo caso non diversa da quella di Dario Franceschini, il segretario che corre per la riconferma al vertice del Pd, e che ha denunciato il buco nero dei 35 miliardi qualche giorno fa in aula. "La situazione è molto preoccupante. Il governatore della Banca d'Italia Draghi, nell'audizione sul Dpef, ha spiegato che l'aumento della spesa è solo per un quarto dovuta agli ammortizzatori sociali". Insomma i tre quarti della montagna di soldi non sarebbero giustificati, accusa Franceschini. "Un paradosso pazzesco: niente interventi per l'emergenza economica eppure, incredibilmente, la spesa corrente lievita in un anno e si gonfia fino a livelli impensabili. Un fatto allarmante, di cui si sta occupando anche il nostro gruppo parlamentare".
Le cause del buco? Fallimento che pesa su Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione? Franceschini aspetta la radiografia esatta della voragine. Antonio Di Pietro va giù duro. "Un'idea del buco misterioso io me lo sono fatta. Anzitutto è il fallimento di Brunetta: la sua sbandierata lotta ai fannulloni si è tradotta in un gigantesco sperpero di risorse pubbliche". Tutti soldi della macchina pubblica, accusa il leader dell'Idv, che se ne vanno in stipendi, per lo spoil system della pubblica amministrazione, dalla sanità alla spesa regionale. "Ma questo fiume di denaro non mi pare a vantaggio della gran massa dei dipendenti, se partono scioperi e lamentele, dagli statali ai poliziotti, che lamentano tagli". Bersani concorda, Brunetta fa la lotta all'assenteismo ma non riesce a mettere sotto controllo la spesa nella pubblica amministrazione. "Al netto degli incrementi delle spese obbligatorie - sottolinea l'ex ministro - spicca l'anomalia dei consumi intermedi per gli acquisti di beni e servizi. A questo si accompagna una minore entrata fiscale. E gli investimenti, già scarsi, non si spenderanno a causa delle procedure lunghissime. Meglio affidarli agli enti locali, come abbiamo chiesto noi". A Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, vista fuori dal Parlamento l'offensiva del centrosinistra sul buco nei conti appare però debole. "Noi non abbiamo la possibilità di vedere i dati disaggregati, la battaglia dovrebbero farla i partiti che siedono alle Camere, ma non la stanno facendo". La chiave di lettura del Prc? Il governo sta gestendo con "grande discrezionalità politica" la spesa corrente. "Prendiamo il ricorso alla cassa integrazione in deroga, che consente anche ad aziende che non potrebbero di usare questo strumento. Aspetto positivo ma appunto a discrezione, fuori da un quadro normativo, da una legge che estenda la cassa integrazione anche alle piccole aziende e a tutti quelli che non lavorano". Dunque, Berlusconi allarga i cordoni per ridurre al minimo i problemi sociali ma lo fa fuori da ogni controllo. E le uscite lievitano anche per coprire le minori entrate fiscali, "l'evasione è ripresa alla grande". E Ferrero accusa: lo scudo fiscale è una vera e propria amnistia mascherata. "L'anonimato nel rientro dei capitali consente ad un trafficante di armi o di droga di farla franca".
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