Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 23 ottobre 2009
di Vincenzo Iurillo
(Giornalista)
Sostiene Clemente Mastella di aver segnalato soltanto povera gente che aveva bisogno. Sarà. Ma dall’ordinanza firmata dal Gip di Napoli Anna Laura Alfano emerge altro. Emerge un sistema di potere targato Udeur capace di manovrare gare e assunzioni scardinando norme e procedure con un unico scopo: premiare gli esponenti e i familiari della casta politica organica al Campanile. Non “povera gente”, ma professionisti, per i quali si spalancava il mondo dorato di incarichi, appalti e consulenze con cifre a numerosi zeri. L’Arpac, l’Agenzia Regionale dell’Ambiente della Campania, braccio operativo dell’assessorato retto dal mastelliano Luigi Nocera, secondo gli inquirenti era il luogo dove l’Udeur compiva le principali operazioni clientelari.
Il dirigente dell’Arpac
Prendiamo la vicenda illustrata nel capo d’imputazione numero 20: l’assegnazione dell’incarico di dirigente dell’Unità Operativa Servizi Territoriali del Dipartimento di Napoli dell’Arpac ad Antonio Ramondo, per lungo tempo segretario cittadino dell’Udeur della popolosa Torre del Greco; nel 2000 vice sindaco di una giunta di centrosinistra e poi ago di una bilancia di una giunta di centrodestra. Secondo l’accusa, il direttore dell’Arpac Luciano Capobianco, in carica dal 2004 fino al luglio 2009, unico indagato agli arresti domiciliari, e il segretario campano dell’Udeur, Antonio Fantini, ex presidente della Campania e per anni plenipotenziario di Mastella a Napoli, in combutta con la commissione esaminatrice avrebbero cucito il concorso sul curriculum di Ramondo, violando alcune disposizioni sulla valutazione delle anzianità di servizio e attribuendogli “un altissimo giudizio di merito”.
E ancora il periodico dell’Arpac al fratello del consigliere Udeur: è il bimestrale “Arpacampania Ambiente”. “Rivista di carta platinata” ironizzò il consigliere di opposizione Salvatore Ronghi, denunciandone i notevoli costi. Il direttore è il giornalista Pietro Funaro, fratello di Funaro. La nomina di Pietro Funaro è finita sotto inchiesta perché voluta a tutti i costi da Fantini e perché, scrivono i pm, per dispensargliela sarebbero state commesse almeno tre violazioni di legge. Funaro diventa direttore attraverso un semplice “comando”. Nel frattempo l’Arpac modifica il regolamento e istituisce un incarico dirigenziale apposito per la direzione della rivista, senza l’ok della giunta Bassolino. Quindi dà il via a un concorso dall’esito già scritto. Funaro vince perché la sua laurea triennale in servizi sociali riceve un punteggio maggiore della laurea quadriennale in Scienze Politiche del suo concorrente, Elio Scribani, storica firma de “Il Mattino”.
Perizie variabili
L’ingegnere Carlo Camilleri è il papà della moglie di Pellegrino Mastella. È il titolare, insieme ad Antonello Scocca, della General Enginering srl, “studio ingegneristico di riferimento dell’Udeur”, si legge nell’ordinanza che ricostruisce la strana vicenda dell’appalto per la ristrutturazione della sede Arpac di Benevento. Un appalto che fa uno strano giro: viene prima aggiudicato alla Socedim grazie anche a un’auto-attestazione fasulla di incensuratezza dell’amministratore, e grazie al fatto di aver offerto dei locali provvisori per il trasloco delle attività dichiarati idonei, ma che in realtà erano privi degli allacci. La Socedim, per aggirare il problema dei requisiti dell’amministratore, cede il ramo di azienda e il relativo appalto alla Logic srl. Per gli inquirenti è solo un paravento dietro il quale continua a operare lo stesso imprenditore. In fine nuova cessione di ramo d’azienda dalla Logic alla Procogest di Bartolomeo Piccolo e Gaetano Criscione. Anche questa cessione sarebbe simulata : il bando di gara vietava la cessione del contratto di appalto. Camilleri, da progettista della Procogest, confeziona una perizia di variante da 323mila euro certificando incrementi di costi sui quali la Procura nutre forti dubbi. Mentre la Procogest sforna per l’Arpac una fattura per “primo stato d’avanzamento lavori” di circa 45mila euro che serve solo per pagare subito Camilleri. Le condizioni del bando vengono violate e la Procura contesta il “danno di rilevante entità” .
del 23 ottobre 2009
di Vincenzo Iurillo
(Giornalista)
Sostiene Clemente Mastella di aver segnalato soltanto povera gente che aveva bisogno. Sarà. Ma dall’ordinanza firmata dal Gip di Napoli Anna Laura Alfano emerge altro. Emerge un sistema di potere targato Udeur capace di manovrare gare e assunzioni scardinando norme e procedure con un unico scopo: premiare gli esponenti e i familiari della casta politica organica al Campanile. Non “povera gente”, ma professionisti, per i quali si spalancava il mondo dorato di incarichi, appalti e consulenze con cifre a numerosi zeri. L’Arpac, l’Agenzia Regionale dell’Ambiente della Campania, braccio operativo dell’assessorato retto dal mastelliano Luigi Nocera, secondo gli inquirenti era il luogo dove l’Udeur compiva le principali operazioni clientelari.
Il dirigente dell’Arpac
Prendiamo la vicenda illustrata nel capo d’imputazione numero 20: l’assegnazione dell’incarico di dirigente dell’Unità Operativa Servizi Territoriali del Dipartimento di Napoli dell’Arpac ad Antonio Ramondo, per lungo tempo segretario cittadino dell’Udeur della popolosa Torre del Greco; nel 2000 vice sindaco di una giunta di centrosinistra e poi ago di una bilancia di una giunta di centrodestra. Secondo l’accusa, il direttore dell’Arpac Luciano Capobianco, in carica dal 2004 fino al luglio 2009, unico indagato agli arresti domiciliari, e il segretario campano dell’Udeur, Antonio Fantini, ex presidente della Campania e per anni plenipotenziario di Mastella a Napoli, in combutta con la commissione esaminatrice avrebbero cucito il concorso sul curriculum di Ramondo, violando alcune disposizioni sulla valutazione delle anzianità di servizio e attribuendogli “un altissimo giudizio di merito”.
E ancora il periodico dell’Arpac al fratello del consigliere Udeur: è il bimestrale “Arpacampania Ambiente”. “Rivista di carta platinata” ironizzò il consigliere di opposizione Salvatore Ronghi, denunciandone i notevoli costi. Il direttore è il giornalista Pietro Funaro, fratello di Funaro. La nomina di Pietro Funaro è finita sotto inchiesta perché voluta a tutti i costi da Fantini e perché, scrivono i pm, per dispensargliela sarebbero state commesse almeno tre violazioni di legge. Funaro diventa direttore attraverso un semplice “comando”. Nel frattempo l’Arpac modifica il regolamento e istituisce un incarico dirigenziale apposito per la direzione della rivista, senza l’ok della giunta Bassolino. Quindi dà il via a un concorso dall’esito già scritto. Funaro vince perché la sua laurea triennale in servizi sociali riceve un punteggio maggiore della laurea quadriennale in Scienze Politiche del suo concorrente, Elio Scribani, storica firma de “Il Mattino”.
Perizie variabili
L’ingegnere Carlo Camilleri è il papà della moglie di Pellegrino Mastella. È il titolare, insieme ad Antonello Scocca, della General Enginering srl, “studio ingegneristico di riferimento dell’Udeur”, si legge nell’ordinanza che ricostruisce la strana vicenda dell’appalto per la ristrutturazione della sede Arpac di Benevento. Un appalto che fa uno strano giro: viene prima aggiudicato alla Socedim grazie anche a un’auto-attestazione fasulla di incensuratezza dell’amministratore, e grazie al fatto di aver offerto dei locali provvisori per il trasloco delle attività dichiarati idonei, ma che in realtà erano privi degli allacci. La Socedim, per aggirare il problema dei requisiti dell’amministratore, cede il ramo di azienda e il relativo appalto alla Logic srl. Per gli inquirenti è solo un paravento dietro il quale continua a operare lo stesso imprenditore. In fine nuova cessione di ramo d’azienda dalla Logic alla Procogest di Bartolomeo Piccolo e Gaetano Criscione. Anche questa cessione sarebbe simulata : il bando di gara vietava la cessione del contratto di appalto. Camilleri, da progettista della Procogest, confeziona una perizia di variante da 323mila euro certificando incrementi di costi sui quali la Procura nutre forti dubbi. Mentre la Procogest sforna per l’Arpac una fattura per “primo stato d’avanzamento lavori” di circa 45mila euro che serve solo per pagare subito Camilleri. Le condizioni del bando vengono violate e la Procura contesta il “danno di rilevante entità” .
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