del 13 novembre 2009
di Antonella Mascali
(Giornalista)
L’Associazione nazionale magistrati, inascoltata sulle proposte di riforma che servirebbero alla giustizia per essere certa e veloce, ha definito “devastante” il ddl della maggioranza “processi brevi”. Secondo il presidente dell’Anm, Luca Palamara e il segretario, Giuseppe Cascini, questa legge “è destinata a determinare l’immediata estinzione di decine di migliaia di processi, anche per fatti gravi”. Una cifra che potrebbe avvicinarsi a centomila. Palamara e Cascini, esprimono, inoltre, “forti dubbi di costituzionalità” della legge: “È impensabile, infatti, che il processo per una truffa di milioni di euro nei confronti dell’imputato incensurato si estingua, mentre debba proseguire il processo per una truffa da pochi euro, commessa da una persona già condannata, magari anni prima, per altro reato”. Secondo l’Anm, ci troviamo di fronte a “una sostanziale depenalizzazione di fatti di rilevante e oggettiva gravità” e tra i processi “per reati gravi”, destinati alla prescrizione ci sono: “Abuso d’ufficio, corruzione semplice e in atti giudiziari, rivelazione di segreti d’ufficio, truffa semplice o aggravata, frodi comunitarie, frodi fiscali, falsi in bilancio, bancarotta preferenziale, lesioni personali, omicidio colposo per colpa medica, maltrattamenti in famiglia, intercettazioni illecite, traffico di rifiuti, sfruttamento della prostituzione , violenza privata”. Giudizi questi, che per Berlusconi potrebbero essere espressi dai soliti magistrati comunisti. Ma a bocciare la legge è anche il presidente emerito della Consulta, Antonio Baldassarre, considerato vicino al centrodestra. Ha detto di sentirsi “desolato innanzitutto come cittadino”, per questa legge “incostituzionale” e “imbarazzante” perché viola il principio di uguaglianza : “E’ difficile dubitare che il ddl non sia incostituzionale sotto il profilo della parità di trattamento dei cittadini davanti alla legge. Il problema sta nell’esclusione di alcuni reati che sono lievi e nell’inclusione invece di reati gravissimi. Parliamo di corruzione e concussione, cioè dei reati più offensivi sotto il profilo della legalità…”. Baldassarre contesta anche l’applicabilità della norma solo ai processi in corso di primo grado: “O si applica solo ai processi futuri o si deve applicare a tutti i processi in corso: diversamente mi pare incostituzionale dal punto di vista della parità di trattamento”.
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