del 10 novembre 2009
di Marco Lillo e Vincenzo Iurillo
(Giornalisti)
Tanto tuonò che piovve. Il-Gip Raffaele Piccirillo, su richiesta dei pm Giuseppe Narducci e Alessandro Milita, secondo l’agenzia Ansa, ha firmato un’ordinanza di misura cautelare nei confronti del sottosegretario Pdl all’Economia Nicola Cosentino, candidato governatore della Campania con la benedizione di Berlusconi. L’accusa sarebbe di concorso esterno in associazione camorristica. Contro Cosentino ci sono le rivelazioni di cinque, forse addirittura sei, pentiti. Anche se l’Ansa non specifica il tipo di richiesta (carcere, domiciliari o altro) l’ipotesi più accreditata anche negli ambienti vicini a Cosentino è quella del carcere. L’accusa di camorra infatti imporrebbe la misura più drastica. La Camera per ora smentisce l'arrivo del plico ma potrebbe trattarsi di un semplice problema di tempi di trasmissione. La posizione degli altri indagati, sui quali pendono altre richieste di arresto, sarebbe invece stata stralciata.
Da giorni a Napoli rimbalzavano indiscrezioni su un provvedimento imminente. La nota Ansa è arrivata al termine di una giornata terribile per Cosentino. Era atteso a mezzogiorno al consiglio regionale della Campania, per una conferenza stampa sui ritardi di Bassolino sul “Piano casa” ma il coordinatore campano del Pdl non si è fatto vedere. I cronisti hanno mangiato la foglia e si sono spostati in massa dal palazzo della Regione a quello del Tribunale, a cento metri di distanza. La conferma è arrivata (con un condizionale prudenziale) tramite la nota Ansa delle 19 e 20 minuti. La richiesta di autorizzazione alla Camera sarebbe stata firmata e sarebbe già in viaggio. Saranno ora i parlamentari a decidere il destino di Cosentino.
Il pentito più pericoloso per il sottosegretario, quello che parla di fatti recenti, è un suo ex compagno di partito: l’imprenditore camorrista Gaetano Vassallo, detto anche il “ministro dei rifiuti” del clan Bidognetti. Vassallo ha raccontato ai magistrati il 28 agosto 2008 in un verbale pubblicato da L'Espresso pochi giorni dopo: “Confesso che ho agito per conto della famiglia Bidognetti quale loro referente nel controllo della societàEco4gestitadaifratelliOrsi(imprenditorilegatialclan,uno dei quali, Michele, ucciso nel giugno 2008 Ndr). Ai fratelli Orsi era stata fissata una tangente mensile di 50 mila euro (...) posso dire che la società Eco4 era controllata dall’onorevole Nicola Cosentino. Presenziai personalmente alla consegna di 50 mila euro in contanti da parte di Sergio Orsi a Cosentino. Faccio presente che sono tesserato Forza Italia e grazie a me sono state tesserate numerose persone presso la sezione del mio paese, Cesa. Mi è capitato in due occasioni di sponsorizzare la campagna elettorale di Cosentino. L’ho sostenuto nel 2001 e incontrato spesso dopo l’elezione”. Nulla di nuovo per il pentito Dario De Simone che già nel 1996 raccontavaaipm:“Durantelamia latitanza molto spesso mi sono incontrato con l'onorevole Cosentino. Aveva avuto espressamente il nostro aiuto per le sue elezioni e ci disse che era a disposizione per qualunque cosa noi gli avessimo potuto domandare”. Parole pesanti, provenienti da uno dei pentiti più credibili. Dopo le condanne del processo Spartacus, racconta De Simone, “Cosentino mi tranquillizzava (...), mi riferì che la vittoria della coalizione di Forza Italia avrebbe sicuramente comportato un alleggerimento della pressione nei nostri confronti e in particolare si riferiva alle disposizioni di legge sui collaboranti di giustizia”.
Secondo un altro pentito, Domenico Frascogna, Cosentino tra il 1995 e il 1996 sarebbe stato addirittura il postino dei pizzini di Sandokan, alias Francesco Schiavone: il numero uno dei Casalesi: “Quando Sandokan intendeva farci avere notizie utilizzava questo Natale che svolgeva questo suo compito unitamente a un politico originario e abitante a Casal di Principe. So che viene soprannominato o 'mericano e che svolge l'attività imprenditoriale nel campo del gas Gpl”. La famiglia di Cosentino, effettivamente, è titolare di un impero nel settore dei petroli e Nicola ha ereditato dal padre Silvio il soprannome ‘o mericano. Gli ultimi due pentiti che parlano dei legami del politico con i clan sono il cugino di Sandokan , Carmine Schiavone, e Michele Froncillo.
Accuse vecchie che però sarebbero state rivitalizzate e aggiornate dai pm con alcune integrazioni. La prima basata su una nuova intercettazione che riguarderebbe i rifiuti. La seconda sui nuovi verbali, sembra di un pentito dell’Alleanza di Secondigliano. Cosentinocomunquesièsempre proclamato innocente. Il suo avvocato Agostino De Caro aveva chiesto da tempo di farlo interrogare ma i magistrati si sono più volte opposti. Ancora ieri l’altro legale, Stefano Montone, ha tentato di capire cosa stava accadendo. Ma la risposta è arrivata con l’Ansa.
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