del 17 novembre 2009
di Federico Mello
(Giornalista)
L’onorevole Mario Valducci, non vuole parlarci del Sì Berlusconi Day, l'iniziativa lanciata dai suoi Club della Libertà “per far sentire il nostro affetto al Presidente Silvio Berlusconi”. Eppure molti aspetti della sua iniziativa appaiono ancora poco chiari. L'appuntamento è stata promosso da Valducci, ora presidente della commissione Trasporti della Camera, e Giorgio Stracquadanio, onorevole Pdl direttore della testata online “Il Predellino”. L'invito sul sito sìberlusconiday.it è chiarissimo: “Il 5 dicembre ci vedremo tutti a Roma”. Appuntamento in Piazza della Repubblica, ribadiscono dalla segretaria di Valducci. Come noto, però, lo stesso giorno, alla stessa ora, sempre a piazza della Repubblica, è previsto da oltre un mese - e regolarmente autorizzato dalla Questura di Roma - il NoBerlusconiDay nato su Internet e organizzato dal popolo della rete per chiedere le dimissioni di Berlusconi (hanno aderito Italia dei Valori, Pdci, Rifondazione). Fonti della polizia dicono che è pressoché impossibile che due manifestazione uguali e contrarie vengano autorizzate . Eppure Valducci, domenica, aveva dichiarato a Libero: “Non vediamo perchè ci dovrebbe essere impedito di manifestare” nello stesso articolo in cui il giornale di Belpietro descriveva la manifestazione pro-premier come una “controffensiva azzurra” che però “potrebbe essere addirittura annullata per motivi di ordine pubblico dalla questura, alla prese con due eventi concomitanti”. Dalla segreteria di Valducci negano che il SìBerlusconiDay abbia intenti provocatori, ma confermano la richiesta di Piazza della Repubblica. Paolo Ferrero attacca: “L'idea – dice il segretario di Rifondazione - che la maggioranza di governo convochi una 'contro-manifestazione' per impedire la democratica e legittima espressione di chi al governo Berlusconi si oppone, è un'idea che sta alla base del fascismo e del nazionalismo di massa”.
Sull'adesione alla manifestazione contro Berlusconi, intanto, continua il dibattito all'interno del Pd. Per l'occasione il neosegretario Pierluigi Bersani ha coniato una nuova formula: “Partecipazione graduata” ovvero “Il Pd, prima di decidere se appoggiare o meno una manifestazione, guarda le sue parole d'ordine. Mi rifiuto di mettermi in un tormentone ogni volta che c'è una manifestazione promossa da altri: se le parole d'ordine sono compatibili con la nostra posizione ci potrà essere la presenza di dirigenti e cittadini, ma occorre prima conoscere queste parole d'ordine”. Le parole d'ordine del NoBerlusconiDay, in realtà, sono molto chiare: “Berlusconi deve dimettersi e difendersi, come ogni cittadino, davantiai Tribunali della Repubblica per le accuse che gli vengono rivolte” si legge nell'appello tradotto in oltre dieci lingue. E in casa Pd, il “tormentone” temuto da Bersani, in puro stile morettiano, (“mi si nota più se vado o se non vado”) appare già in atto. “Molte volte abbiamo partecipato a manifestazioni organizzate da altri” dice Luigi Zanda, vice-capogruppo al Senato; “La nostra gente ha deciso di andare”, dichiara Felice Casson; “ Se la piattaforma è sul tema della giustizia, che è la vera emergenza democratica, allora sono d’accordo" chiosa Debora Serracchiani. Parole opposte da Franco Marini: “Si può passare partecipazioni a titolo personale, ma sarebbe un errore per il Pd partecipare alla manifestazione del 5 dicembre". Le paturnie del Pd, comunque, non turbano gli organizzatori del NBD. Forti delle 270.000 adesioni raggiunte sulla loro pagina Facebook ieri hanno pubblicato un banner piuttosto esplicito: “Il Pd non partecipa? E sti cazzi” scrivono su sfondo viola (il colore scelto dai manifestanti). Ostentano sicurezza anche sulla “contro-manifestazione”: “Valducci e Straquadanio non mobilitano nemmeno i propri nuclei familiari” scrivono. Il tutto, aspettando la decisione della questura di Roma.
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