del 27 novembre 2009
di Federico Mello
(Giornalista)
“Abbiamo tradotto l’indignazione generale in una pagina Facebook”. Solo gli organizzatori del No Berlusconi Day alla loro prima conferenza stampa, ieri mattina a Roma, in un bottega del Commercio equo e solidale. Si presentano per la prima volta in pubblico: “Si è creata un'opinione pubblica 2.0 – dicono – persone che si mettono in Rete e sono capaci di influenzare l'agenda politica e mediatica”. Sono ragazzi giovani e dalla facce normali, con loro anche Gianfranco Mascia, il fondatore dei comitati Bo.Bi, “Boicotta il Biscione”. Mascia lanciò i suo comitati all'indomani della discesa in campo di Berlusconi, chiedendo ai cittadini di non guardare i canali Mediaset e di non comprare i prodotti che queste pubblicizzavano: “Ce ne sono ancora una cinquantina in tutta Italia”. Se ci fosse un premio per il cittadino più antiberlusconiano Mascia sarebbe l’uomo da battere: è da 15 anni in prima linea in ogni battaglia, girotondi compresi. “Questa è una protesta diversa, una 'iniziativa digitale' – dice al Fatto Quotidiano – in primo luogo perché i girotondi raccoglievano persone in gran parte deluse dalla sinistra. Questo No B. Day è diverso: questi ragazzi non hanno mai fatto politica”. Le differenze sono anche comunicative: “C'è Internet soprattutto, che adesso è esploso. E quindi non c'è un comitato centrale, un gruppo ristretto di persone che lancia una proposta raccolta poi dagli altri. Questa è una mobilitazione ‘molti a molti’ con migliaia di persone che fanno le cose insieme, con un senso ma in maniera spontanea”. Spontaneismo e organizzazione. In effetti questo è lo scivolosissimo sul quale i ragazzi del No B. Day sono riusciti a tenersi in equilibri fino ad adesso. Emerge chiaro anche dalla conferenza stampa. Sono presenti alcuni cronisti della carta stampata, le telecamere della 7 e la televisione nazionale giapponese “Stiamo seguendo i processi a Berlusconi”: evidentemente non esiste un Minzolini con gli occhi a mandorla. Prende la parola Massimo Malerba, un ragazzo di Catania che nella vita è l’impiegato. “Ringraziamo la stampa democratica – esordisce – che ha raccontato a dovere l'evento. Non ringraziamo il Tg1, il Tg2 e tutti i telegiornali che sostengono fatti non veri. Ovvero che questa manifestazione è stata lanciata dai partiti: da Rifondazione e dall'Italia dei valori. Non è vero”. Intanto, una web-cam riprende in diretta e rimanda tutto in Rete. In tempo reale vengono pubblicati gli aggiornamenti sulla pagina Facebook dove tutto è cominciato (gli iscritti sono arrivati a 330.000). Dal Web arrivano domande e proposte. “Viòla contro chi vìola” lo slogan più gettonato. Viola come il colore scelto dai manifestanti che indossano sciarpe, o giacche, o semplici fiocchi intorno al polso. “Noi non ci occupiamo di teoria istituzionale – aggiunge Massimo – non ci interessano le conseguenze delle dimissioni di Berlusconi. Noi chiediamo che lui si dimetta e si faccia processare. Ancora di più alla luce delle nuove notizie su possibili coinvolgimenti con la mafia”. “Anche se questo movimento che è nato da sé, continuerà, come libera forma di mobilitazione di cittadini”. Parlano di “link” di collegamenti che nell'ipertesto Internet collegano le pagine tra loro. “Così siamo nati. Siamo link tra persone e associazioni” . I pullman confermati sono 400 e le donazioni sono arrivate a 7000 euro, con una media di 11 euro a offerta. “Tutto raccolto su noberlusconiday.org e su Facebook” conferma Max Mannino, improvvisatosi tesoriere. Da qui ai prossimi giorni, fino al 5 dicembre, lanceranno delle “viola-azioni”, delle iniziative di “viral marketing” per tenere alta l'attenzione sulla manifestazione (“ne vedrete delle belle” promettono). Intanto, così come successe per la bandiera della pace, hanno invitato tutti ad appendere un drappo viola alle proprie finestre. “Stamparete dei manifesti?” chiede qualcuno. Non ci pensano nemmeno: “No, perché specare carta e soldi? Da giorni abbiamo pubblicato il materiale sul sito. Invitiamo tutti a stampare e diffondere il materiale nelle scuole, nelle fabbriche, sugli autobus e sulle panchine”. Il percorso è già deciso. Da Piazza della Repubblica, passando per via Sistina, si arriverà in Piazza del Popolo. Stanno facendo di tutto per collegarsi, in diretta, il pomeriggio del 5 dicembre, con i No B. Day che si svolgeranno in mezzo mondo. “Ha aderito anche Daniele Silvestri” dice Sara De Santis, un'attrice trentenne che ha raccolto adesioni di artisti e uomini di cultura. Il cantante romano si unisce, tra gli altri, a Monicelli, Vergassola, Ulderico Pesce e l'europarlamentare del Partito dei Pirati Amelia Anderdotter. Dal palco né politici né volti noti. Solo società civile e artisti. “Per difendere la giustizia e la costituzione”. Giulietto Chiesa, in sala, propone di difendere anche al magistratura dagli attacchi della politica. “Stiamo pensando anche a questo, un magistrato sarà sul palco”. Non lo smettono di ripetere: “Stiamo facendo una cosa nuova, in anticipo rispetto al mondo intero”. Manca poco per avere la conferma più importante, quella dalla piazza. “E tutto questo è dedicato anche a loro” scrivono su Facebook: è la didascalia di una foto con Falcone e Borsellino. Il post con più consensi sulla loro pagina.
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