del 17 novembre 2009
di Antonella Mascali
(Giornalista)
Quando c’è di mezzo il premier-imputato, la celebrazione di un’udienza senza codicilli ad personam di traverso è una notizia. Deve esserne convinto anche l’avvocato-deputato Niccolò Ghedini, che ieri alla ripresa del processo Mediaset, post lodo Alfano, ha sbandierato la rinuncia al legittimo impedimento “perché c’era solo attività organizzativa”, a dimostrazione che “non vi è volontà dilatoria nel processo”. Il legittimo impedimento, insieme al collega e suo maestro Piero Longo, l’aveva presentato nelle settimane scorse in vista del vertice Fao a Roma, nonostante già allora sapesse che quella di ieri sarebbe stata un’udienza tecnica. Nel frattempo è stata presentata un’altra legge salva-Berlusconi e ieri la difesa del premier, accusato di frode fiscale, ha tenuto un insolito atteggiamento, quasi dimesso, per dimostrare che non vuole sfuggire al giudizio. Ma se fuori dall’aula Ghedini ha architettato i processi “brevi”, in tribunale ha pensato ai rinvii lunghi. Ha depositato una lettera della segreteria generale della Presidenza del Consiglio in cui si dice che Berlusconi ha impegni a novembre e dicembre, “presi molto tempo prima”, e che le uniche date disponibili per presenziare al processo, sono il 18 e il 25 gennaio. Il pm Fabio De Pasquale ha ritenuto questa visione del legittimo impedimento troppo di manica larga e in aula si è opposto: “Quando la Consulta si è espressa” a favore del riconoscimento del legittimo impedimento, “si è riferita a un impedimento assoluto, non credo volesse dire che i processi si possono celebrare solo nelle giornate libere di un imputato”. Il premier, finora contumace, vuole esserci, ha garantito Ghedini, ogni volta che ci saranno “attività istruttorie rilevanti”. La prima sezione pena-le del Tribunale, presieduta da Edoardo D’Avossa, gli ha dato ragione e invece di valutare, come avrebbe potuto fare, di volta in volta l’attendibilità del legittimo impedimento, o magari di verificare un sabato libero di Berlusconi da oggi a dicembre, ha ritenuto verosimile che il presidente del Consiglio, avesse preso impegni istituzionali, prima della notizia della ripresa del processo. Il collegio ha quindi dato per buoni i lunedì 18 e il 25 gennaio e di conseguenza ha stabilito che le udienze si terranno solo il primo giorno della settimana. Se però Berlusconi dovesse opporre un legittimo impedimento anche di lunedì, allora si fisserà il processo di sabato. C’è un eccezione, il 30 novembre si terrà udienza per riunire il processo a carico di Fedele Confalonieri, accusato anche lui per i presunti costi gonfiati d’acquisto dei diritti Tv , con quello degli altri imputati. Il 14 dicembre, altra udienza tecnica, durante la quale il pm dovrà comunicare la cronologia dei testimoni. Il 18 gennaio si dovrebbe entrare nel vivo del processo e, ha assicurato Ghedini, in quel caso “il presidente ci sarà”. Berlusconi comunque può stare tranquillo, prescrizione per tutti, senza l’ultima legge in discussione, ma grazie all’ex Cirielli, i primi mesi del 2012. In tempo per evitare una sentenza definitiva della Cassazione ed eventualmente farla franca. Una consolazione a metà per Ghedini, ieri in piena indigestione da insulto del compagno di partito, Italo Bocchino, che ha detto: “Basta con le ghedinate da prendere o lasciare”.
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