lunedì 14 dicembre 2009

"Chiudiamo i siti che inneggiano alla violenza ed esaltano l'aggressione a Berlusconi"

Dal Quotidiano La Repubblica
del 14 dicembre 2009

di Carlo Ciavoni e Carmine Saviano
(Giornalisti)


ROMA - Il governo è all'attacco dei siti internet che in queste ore stanno esaltando il gesto violento e sconsiderato di un uomo psichicamente labile, contro il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Giovedì al Consiglio del Ministri potrebbero essere adottati i primi interventi. Nel frattempo si moltiplicano le segnalazioni di gruppi su Facebook fasulli, ai quali è stato cambiato nome e trasformati in aggregazioni di sostegno a presidente del Consiglio.

Il ministro Maroni. "Ieri Silvio Berlusconi ha rischiato di essere ferito gravemente, di essere ucciso". Lo ha detto il ministro degli Interni, Roberto Maroni, al termine del vertice in prefettura a Milano. Poi ha aggiunto: "Stiamo valutando di oscurare i siti internet che incitano alla violenza". Per quanto riguarda la gestione dell'ordine pubblico, il ministro ha detto che "è avvenuta secondo le regole. Non c'è da parte mia nessun rilievo né alcuna censura sulla gestione dell'ordine pubblico".


L'episodio di ieri - ha aggiunto il ministro degli Interni - trae le sue cause nel clima di contrapposizione violenta e nelle parole dettate dalla dialettica politica". Nell'uomo che ha colpito il presidente del Consiglio - ha detto ancora il ministro - "ha agito l'odio nei confronti del presidente del Consiglio che è scaturito da questa dialettica politica, che non privilegia il confronto".

Il ministro Ronchi. Il ministro del Pdl per le politiche comunitarie, Andrea Ronchi, ha chiesto l'oscuramento dei siti e dei social network "in cui si inneggia alla vigliacca aggressione subita dal presidente Silvio Berlusconi. E' scandaloso e moralmente inaccettabile - ha detto - ciò che stiamo leggendo in queste ore: si tratta di espressioni vergognose. E' ora di dire basta ai seminatori d'odio e a chi vuole instaurare in Italia un clima da guerra civile".

Il sottosegretario Mantovano. Gli ha fatto subito eco il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, il quale ha assicurato che la polizia postale controllerà i siti internet in cui si esalta l'aggressione di Massimo Tartaglia. Il tentativo è cercare di risalire agli eventuali responsabili della "campagna d'odio" che corre lungo la Rete. "Ci sarà un monitoraggio di questi siti", ha affermato Mantovano.

Sotto accusa è anche il sito noglobal Indymedia, che ospita contenuti anonimi, spesso violenti. "La nostra polizia postale e le altre forze di polizia, con tutti i limiti che un intervento di questo tipo comporta, sia tecnici, sia di normativa, cercheranno di capire e di individuare chi ha lanciato messaggi di minaccia o di odio. Ci proviamo - ha aggiunto Mantovano - già altre volte si sono avuti risultati. Lo sforzo sicuramente ci sara".

Alla domanda, poi, se la "campagna d'odio" sia stata alimentata anche dalle dichiarazioni del pentito Spatuzza, Mantovano ha così risposto: "Prendendo in prestito quanto affermato dal procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, che ha parlato di "modalità inusuale, ci siano trovati di fatto in una partita, cioè il processo d'appello a Dell'Utri, di cui stava per essere fischiata la conclusione, quando al 93° minuto viene fatto scendere in campo un aspirante collaboratore di giustizia, che dice cose che non erano state riscontrate. Tutto ciò in un'udienza, che ha somigliato ad una mega-conferenza stampa da parte di un soggetto il cui curriculum è noto a tutti".

Polemica fra gli utenti. Sulle pagine di Facebook, a pochi minuti alle 13, c'erano circa 49 mila fans di Massimo Tartaglia, mentre i gruppi a sostegno di Silvio Berlusconi si contano a centinaia di migliaia, anche se molti di quei gruppi, avevano denominazioni e finalità diversissime, come quello dedicato al Made in Italy e un altro che scommetteva sul fatto di poter "trovare un milione di utenti che odiano Silvio Berlusconi". Anche su questo tema è nata una polemica fra gli utenti di Facebook.

La lettera. Scrive la nostra lettrice I.B.: "Vorrei segnalarvi che in questo grandissimo marmasma di notizie e copia e incolla su Facebook, è stato cambiato il nome di un gruppo creato per raccogliere fondi sull'abruzzo con "sosteniamo Silvio Berlusconi contro i fan di Massimo Tartaglia", il che mi sembra oltre che deplorevole, un gesto veramente vergognoso, dato che quel gruppo conta quasi 500.000 iscritti. Sto cercando di reportare un abuso sugli aministratori".

"Uccidiamo a sprangate Di Pietro". Ma si moltiplicano anche le pagine su Facebook che aggregano persone in gruppi solidali con il premier, con denominazioni del tipo: "Uccidiamo a sprangate Antonio Di Pietro"; oppure: "Tartaglia è uno psicopatico e Di Pietro è un imbecille"; o ancora il gruppo, con già oltre 385 mila iscritti chiamato: "Sosteniamo Berlusconi contro i fan di Massimo Tartaglia".

Critiche al leader Idv. Ci sono poi pronunciamenti molto aspri e di condanna alle dichiarazione di Antonio Di Pietro, subito dopo l'aggressione al premier: "Stai sbagliando - si legge su una pagina di Facebook - ma non capisci che stai facendo il loro gioco? Complimenti Di Pietro! Le tue affermazioni di ieri, che confermano la sua statura morale ed intellettuale (più bassa della statura fisica di Berlusconi, affosseranno ulteriormente tutto il centrosinistra. Grazie per essere una delle cause della pochezza dell'opposizione in Italia. Senza gente come te, Berlusconi non sarebbe più al governo da tempo".

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