del 3 dicembre 2009
di Wanda Marra
(Giornalista)
“Ci sono pericoli molto seri per la nostra democrazia. Mentre vedo peggiorare le condizioni di vita di milioni di donne e uomini e un continuo attacco alla scuola e all’università pubblica. Si tratta di un quadro abbastanza pesante. Per questo, noi saremo in piazza sabato. Non vedo, e non comprendo le titubanze di quel tipo di opposizione che ha deciso di non partecipare”. Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, così spiega la sua adesione al No B. Day.
Perché sarete in piazza sabato?
Io ci sarò soprattutto come cittadino, in difesa dei valori fondanti della nostra Costituzione. E poi, come dirigente di una sinistra che deve riprendere a pieno titolo il suo posto all’interno della vita politica italiana. Non a caso, sabato mattina, noi, Rifondazione comunista e altre sigle della sinistra alternativa daremo vita alla Federazione della sinistra.
Voi avete aderito subito?
Ferrero andò alla conferenza stampa con l’Idv in cui si annunciava la manifestazione a nome della Federazione della sinistra. Io ero in Cina, se no ci saremmo stati anche noi. La manifestazione è importante per dare un segnale a tutta la popolazione italiana. Non era mai accaduto che si chiudesse la Camera per una settimana. E va sottolineato che a farlo è stato Fini.
A proposito di Fini. Come giudica il video con il fuorionda ?
In realtà, Fini ha sempre detto cose analoghe, anche pubblicamente. Il Pdl fa due parti in commedia: il governo e l’opposizione insieme. Il rischio di implosione è molto alto.
Se così fosse, chi dell’opposizione ci guadagnerebbe?
Ne guadagnerebbe il paese, perché loro divisi non vincerebbero le prossime elezioni.
Cosa pensa del Pd di Bersani?
La fisionomia del Pd con la nuova segreteria di Bersani non è ancora chiarissima. Ho letto con qualche sgomento le dichiarazioni di Letta sulla giustizia. Allo stesso modo, non sono chiare le posizioni di politica economica.
Pensa che sarà mai possibile un’alleanza della sinistra radicale con questo Pd?
Sicuramente, l’aggregazione ci dà più forza, perché mettendoci insieme noi, le forze a sinistra del Pd, si crea un raggruppamento con cui non si può non fare i conti.
Non avete qualche imbarazzo a manifestare con Di Pietro?
L’abbiamo fatto decine di volte. Sono stato quello che si è battuto più di tutti per far tornare Di Pietro nel centrosinistra, dopo che nel 2001 era andato da solo alle elezioni.
Però, le sue tematiche di riferimento – a partire dalla sicurezza – non sono certo quelle della sinistra radicale...
Non c’è dubbio, se no saremmo nello stesso partito. Condividiamo il peso della legalità e della democrazia.
Ma non le sembra un po’ poco che la sinistra radicale si ricompatti solo contro Berlusconi?
Io ero in piazza anche con i lavoratori che sono sfilati nei giorni scorsi. Ma la prima cosa è la democrazia, che è il presupposto per condurre le lotte sociali.
Ma come sinistra radicale da che parte intendete ripartire?
Noi stiamo con molta umiltà ricominciando dai luoghi di lavoro. E dalla riaggregazione. Sabato sfileremo sotto la stessa bandiera. Da tanti anni non aveva più senso quella divisione di allora.
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