del 2 dicembre 2009
di Antonio Massari e Carlo Tecce
(Giornalisti)
Avevano tentato a luglio la via ordinaria del disegno di legge per consultare il Parlamento, poi la retromarcia improvvisa, eppure il progetto era scritto e già benedetto da Ignazio La Russa. Il passaggio della Finanziaria al Senato, superate le forche caudine della Commissione e l’opposizione del Pd, spazza via qualsiasi dubbio: si può fare, entro dicembre sarà costituita la società “servizi Difesa spa”. Nel testo ora in discussione alla Camera, prima dell’approvazione definitiva della legge di bilancio, all’articolo 2 il progetto è descritto senza velature: “Ai fini dello svolgimento dell’attività negoziale diretta all’acquisizione di beni mobili, servizi e connesse prestazioni strettamente correlate allo svolgimento dei compiti istituzionali dell’amministrazione della difesa e non direttamente correlate all’attività operativa delle forze armate, compresa l’Arma dei carabinieri, da individuare con decreto del ministro della Difesa di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze... nonché delle attività di valorizzazione e di gestione, fatta eccezione per quelle di alienazione, degli immobili militari, da realizzare anche attraverso accordi con altri soggetti e la stipula di contratti di sponsorizzazione, è costituita la società per azioni denominata “Difesa Servizi Spa”, con sede in Roma. Il capitale sociale della società di cui al presente comma è stabilito in 1 milione di euro e i successivi eventuali aumenti del capitale sono determinati con decreto del ministro della Difesa, che esercita i diritti dell’azionista”. Questa è la struttura portante, semmai dei ritocchi potrebbero cambiarne la fisionomia, ma nella sostanza siamo dinanzi a una spa con azioni interamente sottoscritte dalla Difesa, ma con un vero consiglio di amministrazione – di nomine ministeriali – con uno statuto più o meno variabile. Da quel cda passeranno contratti di sponsorizzazione, compravendita immobiliare, conversione a nuovo uso di aree militari dismesse, penitenziari abbandonati. Circa cinque miliardi di euro da amministrare. Quel che preoccupa, e che l’onorevole Rosa Villecco Calipari ha denunciato in commissione, riguarda la possibilità di gestire in aree di demanio militare – quindi sottratte al controllo di organi amministrativi e istituzioni – impianti energetici: ovvero centrali nucleari e termovalorizzatori. E in tema di privatizzazioni, almeno in senso giuridico, nel prossimo Consiglio dei ministri sarà approvato il decreto legge che istituisce la Protezione civile spa. La bozza è stata consegnata ieri a Palazzo Chigi. Tutto pronto. Nonostante il ministro Tremonti sia scettico sull’operazione.
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