del 13 dicembre 2009
di Sara Nicoli
(Giornalista)
Presidenzialismo in salsa francese. Riforma del Bicameralismo e della Corte costituzionale che “ormai – sibila il berlusconiano di ferro Mario Valducci – è un organo politico a tutti gli effetti”. E ancora: riforma della giustizia, separazione delle carriere in magistratura, revisione dei principi fondamentali con l’inserimento del federalismo , perché “è quella la direzione – ancora parole di Valducci – della modernizzazione del paese”. Ma per fare tutto questo sarà necessario “un vasto movimento di popolo – chiude Valducci – che sorregga Berlusconi e il Pdl nel portare avanti questa fase costituente che da soli, com’è ovvio, non possiamo fare; se sarà necessario, raccoglieremo anche le firme a sostegno del nostro intento, in modo che nessuno possa accusarci di voler piegare la volontà popolare”. Eccolo il “predellino 2”, il nuovo proclama dal sapore golpista che Berlusconi farà stasera a piazza Duomo a Milano. Malgrado il ministro La Russa abbia fatto di tutto per stemperare un clima di attesa preoccupata per la manifestazione (soprattutto da parte del capo dello Stato) raccontando che “Berlusconi darà solo la tessera Pdl alla Moratti e confermerà Formigoni come candidato alla regione”, il livello di attenzione politico intorno a quanto succederà stasera ha assunto i connotati dell’attesa prima della battaglia finale. O della resa definitiva dei conti. E se, come autorevoli fonti Pdl confermano, le parole che pronuncerà Berlusconi saranno impostate ai temi delle riforme e del presidenzialismo, la reazione politica in difesa della Carta costituzionale e dei suoi principi arriverà subitanea. Un fatto che pare non preoccupare in alcun modo il Cavaliere; la strada per lui è segnata. E’ assolutamente determinato. Certo, molto dipenderà dall’affluenza dei suoi fan a piazza del Duomo, ma niente lascia presagire che il “predellino 2” possa essere un flop. “Sono certo – racconta un altro berlusconiano della prima ora, Giorgio Stracquadanio – che domani si darà vita ad una nuova fase, dopo che in molti si erano chiesti se al Cavaliere fosse convenuto parlare in tv, magari a reti unificate, o in Parlamento. Ebbene, ora è chiaro che ha scelto di parlare in piazza, alla gente, a tutte quelle persone che per sostenerlo stanno arrivando da tutta la Lombardia e non solo''. A parere di Stracquadanio, Berlusconi non coglierà l’occasione degli osanna della piazza per sancire definitivamente il divorzio da Fini, “semplicemente perché non conviene”. “La manifestazione servirà per uscire dai due mesi di stallo che abbiamo avuto da quando e' arrivato, inaspettato, il no della Consulta al lodo Alfano. E’ da quel momento che sono cominciate le punture di spillo tra Berlusconi e Fini. Ed è da allora che l’attenzione della politica si è spostata tutta sul fronte giudiziario''. Oggi, insomma, potrebbe anche essere il giorno della ricucitura tra gli i due leader del Pdl, ma se ciò non dovesse avvenire – come è invece altamente probabile , “faremo da soli”. La Carta “va cambiata”, afferma con forza Stracquadanio, “ed è probabile che si cambierà a maggioranza. Per far questo però occorre un grande coinvolgimento dell’opinione pubblica. Che è quello che comincerà a fare Berlusconi già da domani”. Lanciando, probabilmente, una raccolta di firme che poi saranno utilizzate come strumento di pressione verso chi ha idee opposte e non ci vuole stare a ritornare alla monarchia, casomai “voluta dal popolo”, come ovviamente Berlusconi giustificherà il suo intento di agire senza alcuna condivisione politica. “Nel ‘48 – lo assolve anche nelle intenzioni Stracquadanio – la Carta costituzionale non venne scritta né con i monarchici, né con i fascisti”. Stavolta se la vogliono scrivere da soli, puntando a farne la Carta del Capo. Senza sé e senza ma.
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