del 8 dicembre 2009
di Anna Maria De Luca e Paolo Griseri
(Giornalisti)
ROMA - C'è un nuovo pentito disposto a rivelare la sua verità sulle navi dei veleni. L'avvocato Claudia Conidi, legale di Francesco Fonti, il primo che ha raccontato la storia degli affondamenti programmati delle navi cariche di sostanze tossiche, ha segnalato nei giorni scorsi alla commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti la testimonianza di Emilio Di Giovine, ex boss della 'ndrangheta di Reggio Calabria: "Ho incontrato Di Giovine in occasione di un processo - racconta Conidi - e mi ha spiegato di aver raccontato la storia degli affondamenti durante un interrogatorio nel 2004. Ho ritenuto utile chiedere alla commissione di ascoltare la sua testimonianza".
L'avvocato Conidi riferisce anche una inquietante coincidenza: "Proprio il giorno in cui ho chiesto l'audizione in Commissione rifiuti - dice il legale - Di Giovine è stato investito da un'auto ed è scampato per miracolo all'incidente. E' stato ricoverato in ospedale da dove verrà prossimamente dimesso".
Ma chi è Emilio Di Giovine? E' un personaggio di primo piano. E' stato per molto tempo il compagno della figlia di Theodor Cranendonk, trafficante di armi legato ai clan reggini di Serraino-Condello-Imerti. Cranendonk è stato arrestato dalla Dda di Milano per traffico d'armi. In casa di Cranendonk è stata trovata copia del progetto Odm per smaltire rifiuti pericolosi in mare: siluri imbottiti di materiali scomodi, sparati sotto il fondo dei mari e degli oceani. Ma l'autore di questi progetti, Giorgio Comerio, alla domanda "Conosce Cranendonk?" risponde: "E chi è? Una persona?".
Nei giorni scorsi proprio Comerio ha inviato a Repubblica. it la sua verità in un memoriale su un traffico di veleni di cui per anni è stato accusato di essere uno dei registi. Al punto che, intervenendo in parlamento a nome del governo, Carlo Giovanardi lo ha definito "noto trafficante".
Appena Emilio Di Giovine si sarà ripreso dall'incidente dovrebbe quindi essere sentito dalla Commissione antimafia che giudicò inattendibili, per quanto riguarda le navi dei veleni, le dichiarazioni del pentito Francesco Fonti. Fonti disse che, in Calabria, al largo di Cetraro c'era una nave dei veleni. La nave è stata trovata. Ma, secondo quanto comunicato dal Ministero dell'Ambiente, si tratterebbe solo di un relitto di guerra. Cosa dirà ora Emilio Di Giovine alla Commissione parlamentare? Secondo quanto sostiene l'avvocato Conidi, Di Giovine sosterrebbe le stesse tesi del suo assistito: le navi dei veleni ci sono, sono nei nostri mari con il loro carico letale. Intanto Francesco Fonti depone a Livorno per chiarire le sue dichiarazioni sull'affondamento di rifiuti tossici al largo delle coste toscane.
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