martedì 5 gennaio 2010

"Chiedo processo per Pollari e Pompa usarono soldi del Sismi per finti dossier"

Dal Quotidiano La Repubblica
del 5 gennaio 2010


PERUGIA - La Procura di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio dell'ex direttore del Sismi Niccolò Pollari e dell'ex funzionario del servizio segreto Pio Pompa al termine dell'inchiesta sulle presunte irregolarità legate all'archivio riservato scoperto a Roma in via Nazionale.

La principale accusa è peculato. Secondo la ricostruzione del pubblico ministero, Sergio Sottani, cospicue quantità di denaro, risorse umane e mezzi in dotazione al Sismi (il servizio segreto militare, che dopo la recente riforma si chiama Aise) sarebbero stati infatti utilizzati per attività non istituzionali. In particolare, per creare un archivio riservato con dossier su numerosi magistrati, giornalisti e funzionari dello Stato.

L'origine dell'inchiesta. Il presunto archivio riservato venne individuato nel luglio del 2006, nel corso dell'inchiesta condotta dalla procura di Milano sul sequestro di Abu Omar.

L'indagine venne quindi trasferita a Roma e da qui, nell'aprile scorso, a Perugia per la presenza come parti lese di alcuni magistrati romani. La Procura del capoluogo umbro è infatti competente a occuparsi di tutti fascicoli nei quali sono coinvolti i loro colleghi della capitale.

A Pollari e Pompa il pm Sottani ha contestato, oltre al peculato, il reato previsto dall'articolo 260 del codice penale (introduzione clandestina in luoghi militari e possesso ingiustificato di mezzi di spionaggio).
Il magistrato ha inoltre chiesto per i due l'archiviazione per altri reati quali violazione della privacy, calunnia e diffamazione. Dopo avere ricevuto l'avviso di conclusione indagini, Pollari e Pompa hanno chiesto e ottenuto di essere interrogati dal pm Sottani, opponendo però il segreto di Stato, confermato per entrambi dal Governo. Il pm ha poi firmato la richiesta di rinvio a giudizio.

"Neutralizzare il dissenso". Fra le carte del dottor Sottani, dalle quali sarebbero emerse le accuse a Pollari e Pompa, ci sono quelle sequestrate il 5 luglio 2006 - come riportato da un articolo di Giuseppe D'Avanzo - nell'ufficio riservato del direttore del Sismi. Furono scoperti centinaia di report, dossier su politici, magistrati, imprenditori, giornalisti, alti funzionari dello Stato. In particolare, una relazione di una ventina di pagine nelle quali si faceva esplicito riferimento ad un programma per "disarticolare con mezzi traumatici" l'opposizione al governo.

In quelle pagine - trovate nelle carte del braccio destro di Pollari, Pio Pompa - si spiegava in che modo e per quali ragioni si doveva "disarticolare", "neutralizzare", "ridimensionare" e "dissuadere" - anche con "provvedimenti" e "misure traumatiche" - ogni dissenso, autentico o ipotetico.

Lo stesso Pompa - come ha scritto D'Avanzo - "il 21 novembre 2001, aveva inviato un fax a Palazzo Grazioli: " (...) Sarò, se Lei vorrà, il suo uomo fedele e leale...". Il progetto di "disarticolazione" fu attuato "fin dalla prima quindicina di settembre (2001)". Ne faranno le spese, magistrati, giornalisti e, alla vigilia delle elezioni del 2006, il competitore di Berlusconi, Romano Prodi. Contro di lui, e con la collaborazione di giornalisti pagati dagli "spioni", il Sismi scatenerà una campagna di discredito con documenti falsi.

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