del 22 gennaio 2010
di Bruno Tinti
(Ex Procuratore della Repubblica Aggiunto di Torino)
Il rapporto tra le iniziative di B&C e la Costituzione è sempre un po’ litigarello; tanto che il sospetto (?) ormai è che, a loro, della Costituzione non gliene freghi niente: potrebbero anche aver pensato che B. 72 anni ha e che, se fanno una legge incostituzionale ogni anno e mezzo/due, destinata – si capisce – ad essere strapazzata dalla Corte, comunque ne basteranno 5 o 6 per metterlo al riparo dalla giustizia umana; per il resto saranno affari suoi. Solo così si spiega la faccia di tolla che ha permesso di varare una legge come il “processo breve” che, a una prima lettura, presenta parecchi profili di incostituzionalità, come si dice in gergo giudiziario. Cominciamo dal primo: virtuosamente B&C hanno previsto tagliole di diversa dimensione per ammazzare le loro prede, proprio come fanno i cacciatori (genìa in effetti abominevole): una più piccola (6 anni e mezzo) per i conigli (i processi per i reati puniti con meno di 10 anni); una un po’ più grossa (7 anni e mezzo) per i caprioli (i reati puniti con più di 10 anni); e una grossissima (10 anni più possibile aumento di un terzo) per i leoni (reati di mafia, terrorismo ecc.). Il problema è che quello che è ragionevole per i conigli e le altre prede non va proprio bene per i reati e i relativi processi. Per un animale più grosso ci va una tagliola più grossa, non ci sono dubbi. Ma chi l’ha detto che un processo per un reato punito meno gravemente richieda un tempo inferiore rispetto a un processo per un reato punito con pena più alta? Un processo per omicidio quasi sempre è rapidissimo: testimoni, arma del delitto, perizie, in un paio di mesi è fatta; poi c’è l’appello, la cassazione ma, in 3/4 anni, tutto è bello che finito. Invece una frode fiscale, con i soldi nascosti da una serie di falsi in bilancio e poi depositati su un conto di una banca delle isole Cayman, intestato a una società caraibica, i cui soci sono la donna delle pulizie del bar e il vetturino di piazza, e che risponde a uno studio di commercialisti con sede in Montecarlo, che ordina di trasferire il danaro in una banca di Londra, su di un conto intestato a un avvocato scozzese; ecco, per un processo così, anni ci vanno. Prevedere la tagliola più piccola per questo genere di reati e più grande per un omicidio o una violenza carnale aggravata è privo di senso e dunque incostituzionale, come la Corte ha detto un milione di volte (si chiama principio di ragionevolezza) e come almeno alcuni dei C di B. sanno benissimo. La cosa si capisce bene anche sotto un altro profilo. La nostra Costituzione, sfortunatamente per B&C, prevede l’obbligatorietà dell’azione penale (art. 112): quando si scopre un reato bisogna fare un processo, non ci sono santi; e bisogna concluderlo, se no che razza di azione penale obbligatoria è? Se per i conigli, che però sono difficili da acchiappare, utilizziamo tagliole così piccole da rendere sicuro che non li acchiapperemo mai, stiamo violando questo articolo 112 perché abbiamo costruito un sistema/tagliola fatto apposta per non acchiapparli. Più in generale è il sistema della tagliola che è privo di ragionevolezza: perché la gravità del reato non ha nulla a che fare con il tempo stimato necessario per la celebrazione del processo. Molto semplicemente, quanto è complesso un processo e quanto sarà lungo lo si scopre quando lo si inizia, indipendentemente dal reato per cui si celebra. In verità i profili di incostituzionalità sono ancora molti; ma, come ho già detto, il “Fatto Quotidiano” si paga la sua carta (non gliela comprano i finanziamenti pubblici) e lo spazio è quello che è; sicché ci saranno altre puntate.
Nessun commento:
Posta un commento