sabato 16 gennaio 2010

“Più che Topo Gigio servirebbe un ministro”

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 17 gennaio 2010

di Paola Zanca
(Giornalista)


“Non basta affidarsi a Topo Gigio. Nel momento in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara che c’è una pandemia, chi ha la responsabilità della salute pubblica deve prendere delle decisioni, valutare i rischi effettivi e agire di conseguenza. Capisco non sia un compito facile, ma è questo il mestiere di un ministro”. Ignazio Marino, presidente della Commissione d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale, martedì proporrà ai senatori di aprire un’inchiesta per valutare la gestione dell’influenza A da parte del governo italiano.

Dove hanno sbagliato?

Il difetto più grande è stato quello di non aver indetto una gara: esistono tre grandi case farmaceutiche, se avessero dovuto competere tra loro sul prezzo e sui tempi di fornitura del vaccino certamente il contratto finale sarebbe stato più favorevole per le casse dello Stato e di conseguenza per le tasche dei cittadini.

Invece si è proceduto con l’assegnamento diretto alla Novartis...

Il contratto siglato dal governo è davvero bizzarro. Ci sono aspetti che esplicitamente penalizzano le finanze pubbliche: ma non può essere il governo a proteggere il rischio imprenditoriale di un’azienda che, va ricordato, mentre mette in mobilità dei suoi dipendenti vanta un miliardo di euro di surplus nel fatturato. E poi è inaudito che lo Stato sicarichi delle possibili conseguenze negative sulla salute pubblica, quando magari la responsabilità degli eventi avversi è della casa farmaceutica che non ha concluso i test.

Dopo la gara, cosa avrebbe dovuto fare il governo?

Bè, semplice: avrebbe dovuto emanare un decreto per stabilire i destinatari delle vaccinazioni. Anche nell’epoca del federalismo, la Costituzione dice che in situazioni di emergenza il governo deve assumersi la centralità della responsabilità. In questi casi non ci si può affidare alla discrezionalità dei medici, servono indicazioni precise.

Quali, per esempio?

Per esempio dire che dovevano vaccinarsi tutti coloro che sono affetti da malattie croniche dell’apparato respiratorio, oppure tutti i nati dopo il 1977, l’anno in cui il virus aveva già fatto la sua comparsa.

Ma il rischio pandemia c’era davvero?

C’è il dubbio che i consulenti dell’Oms avessero dei conflitti d’interessi, ma su questo sta già indagando l’Ue. Diciamo che le malattie non si inventano, ma si può condizionare l’uso dei farmaci a scopo di profitto. Comunque, se anche fosse andato tutto nel modo più lineare possibile, una volta che si compra il vaccino bisogna mettere in piedi una strategia per il suo utilizzo. Il punto è proprio questo: se la pandemia ci fosse stata davvero, noi avremmo speso tantissimi soldi e vaccinato nemmeno 900 mila persone.

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