del 5 gennaio 2010
di Luca Telese
(Giornalista)
“Ma come devo dirlo? Non esiste nessun veto dell’Italia dei valori su Nichi Vendola! Anzi, dirò di più: temo che il Pd stia usando noi come alibi per dire no a Vendola”. E’ un fiume in piena Antonio Di Pietro. I rapporti con il Pd, dopo gli attacchi di Enrico Letta sono ai minimi termini. Le critiche fioccano da destra e da sinistra. E il leader dell’Italia dei valori si sente designato nel ruolo di capro espiatorio per la crisi della coalizione.
Onorevole Di Pietro davvero si sente ingiustamente sotto accusa?
Ma scusi, proviamo a raccontare cosa sta accadendo davvero...
Perché, qualcuno non dice la verità?
Allora: il nostro partito non ha chiesto una poltrona, non una! Né ha avanzato una sola candidatura, chiaro?
A dire il vero in Lombardia lei aveva detto di essere pronto a correre...
Per l’amor di Dio, quando nessuno si faceva avanti: avevo dato una disponibilità a una battaglia difficilissima.
E poi com’è andata?
Non mi hanno fatto nemmeno una telefonata per dire Tonino-sì-o-no. Passano le settimane, e vedo che fanno una conferenza stampa in pompa magna per presentare Penati.
E lei si è arrabbiato...
Ma nemmeno per sogno! Ce ne fosserodiPenati.Glidounbacioinfronte, lo sostengo con piacere e lealtà.
E allora perché non riuscite ad allearvi dappertutto?
Oooh, questo è il bello! Le alleanze nonsichiudonoperchécisonodei problemi nel Pd. Che cosa c’entriamo noi se in Umbria litigano? ChecolpaabbiamonoisenelLazio si accapigliano? E in Lombardia? Cosa ne so io della guerra che stanno facendo in Puglia a Vendola?
Quindi non è vero che è lei ad opporsi?
Ma è vero il contrario! Le racconto un aneddoto?
Prego.
Volevo metterlo nero su bianco. E ho mandato una lettera a l’Unità perché fosse chiaro.
Non l’avevo vista...
Per forza! Non l’hanno pubblicata! Si stanno scannando nel Pd. E allora danno la colpa a Di Pietro che viene comodo. Ma gli elettori credo che l’abbiano capito bene.
Però in due regioni voi avete posto dei veti.
Abbiamo fatto un discorso, con molta onestà e molta trasparenza.
Quale?
Che è ora di chiudere la pagina del loierismo e del bassolinismo. Che non si possono candidare in Campania persone sotto inchiesta. Ma la cosa bella è che anche nel Pd sono d’accordo...
Non volete approfittare per mettere i vostri?
Ma scherziamo? In Campania abbiamo detto: diteci chi votare e noi lo votiamo. Basta che non si tolga Bassolino per mettere De Luca. Perché se non è zuppa è pan bagnato: pure lui è inquisito.
Invece in Calabria avete Calli-po.
Non è che l’abbiamo noi. Allora: Callipo è un imprenditore coraggioso. E’ stato presidente di Confindustria quindi prende voti a destra e a sinistra. Ha denunciato la mafia. Averne gente così! Ne vede tanti? Io no.
E quindi?
E quindi abbiamo detto, al Pd: bene, se c’è lui noi lo votiamo convinti. E come è andata a finire? Che si sono divisi in qua-ttro! Noi cosa c’entriamo?
Lo richiedo: con le primarie in Puglia, voi sosterrete chi vince? Anche Vendola?
Oh Gesù! Noi lo sosteniamo anche senza le primarie. Così come nel Lazio, in Umbria, in Campania, Lombardia: dicano un nome pulito, noi lo votiamo, senza contropartite.
Magari qualche presidente di Consiglio regionale...
Ma scherziamo? Ce lo hanno offerto, ma a noi non interessano trattative sottobanco.
Passiamo alla nota dolente, la polemica con Letta...
Con il Pd...
Bersani non ha parlato.
Sì, ma se parla Letta, e nessuno lo smentisce, che penso? E’ la linea del partito.
E che linea è?
Di offesa gratuita e strumentale. Anche perché noi non abbiamo attaccato Napolitano per il suo messaggio.
No?
No, è un falso! Quando le dobbiamo dire le cose lo facciamo a viso aperto, è noto. Abbiamo detto che quello era un messaggio buonista. In cui il Pdl si inserisce per il suo tornaconto.
Non crede alle riforme?
(Ride) Ma quali? Le uniche calendarizzate sono quelle ad personam. E quelle in calendario sono le uniche vere.
Non è l’ora dell’amore?
Altro che partito dell’amore! Questi ti lisciano il pelo e ti fregano il cuore. Il Cuo-re!
E il Pd?
Ecco, giusto! Lo chieda a loro! Prima dicono che bisogna liberarsi di Di Pietro. Poi si offendono, anzi, pretendono: sosteneteci, sennò vince la destra.
Cosa vuol dire?
Glielo dico io. E’ un ricatto. Noi siamo il brutto anatroccolo, gli estremisti. E però dobbiamo portare i voti.
Che dirà all’incontro del 12?
Non ci vado. Ho cercato Bersani con la batteria, non mi ha manco risposto! Staccato.
E’ a New York...
E allora congeliamo tutto: quando decideranno cosa vogliono, riprendiamo. Ma la finiscano di ripetere a pappagallo parole di Cicchitto e Capezzone! Sono dei... boccaloni.
“Boccaloni”?
Si bevono tutto quel che gli propina la destra. Ma se è così, che vogliono da noi?
Penati è stato uno dei peggiori amministratori prodotti da centrosinistra. Dalla oscura vicenda dell'acquisto del 15% di Serravalle da Gavio a quasi il doppio del valore di stima, attraverso le cesioni ad ASAM e i conseguenti sperperi, via via con le poltrone ad amici di famiglia privi di titoli ed esperienza (per esempio Franco Maggi, dirigente della comunicazione a stipendio da nababbo), gadget di gomma a prezzo d'oro ("non faremo gadget!" proclamò in campagna elettorale), autopromozione milionaria a spese della collettività, consulenze d'oro, favori agli assessori compiacenti (il fidanzato della Benelli direttore di un oscuro museo di Cinisello a stipendio da top manager). Eccetera.
RispondiEliminaTanti elettori di PCI/PDS/DS/Ulivo/Unione hanno scelto Di Pietro per le sue battaglie per una politica pulita e la sua cerenza. Si ricordi di De Gregorio e valuti bene le persone che decide di baciare.