del 19 gennaio 2010
di Stefano Feltri
(Giornalista)
L’ultimo documento prodotto dal servizio studi di Sviluppo Lazio è datato 15 dicembre. L’ultimo in senso di più recente, ma forse anche ultimo e basta, visto che il direttore del servizio studi Marcello Degni è stato appena licenziato. La motivazione: Degni ha scritto una mail alla trasmissione di Raitre Report, condotta da Milena Gabanelli, nell’ambito di un’inchiesta del giornalista Alberto Nerazzini.
Premessa: Sviluppo Lazio è una società per azioni in mano alla regione e alla Camera di Commercio di Roma che fa da “strumento di attuazione della programmazione regionale in materia economica e territoriale”. Si occupa di mettere in pratica le decisioni di politica economica delle istituzioni regionali, di fare in modo che alle imprese arrivino i contributi, di erogare i fondi europei e – cosa rilevante sapendo quello che è successo a Degni – assistenza alla regione Lazio “in materia finanziaria, provvedendo al monitoraggio e alla gestione attiva del debito”. Sviluppo Lazio è lo snodo decisivo tra politica e imprenditoria, alla sua presidenza c’è uno dei manager più potenti d’Italia, Giancarlo Elia Valori.
REPORT. Il 6 dicembre scorso, Alberto Nerazzini legge uno stralcio di una mail in cui Marcello Degni commenta una vicenda della sua attività parallela. Oltre a dirigere il servizio studi di Sviluppo Lazio, Degni assiste la regione nella gestione di quel debito sanitario da 10 miliardi di euro che è stato la sfida principale di questi anni della presidenza di Piero Marrazzo. La mail si riferisce a una storia complicata: l’imprenditore Giuseppe Ciarrapico vende a Capitalia un credito verso la Asl di Roma B, la banca romana guidata da Cesare Geronzi viene poi assorbita da Unicredit con una costosa fusione, nel 2007, dopo aver già ricevuto dalla Asl la metà del pagamento di quel credito. Quando Unicredit si presenta alla Asl per chiedere quel che manca di quei 196 milioni di euro, i gestori del debito laziale, tra cui Degni, prima di pagare devono controllare che ci siano le fatture e la documentazione che giustificano il pagamento. Non le trovano (e resta quindi il dubbio di come abbia fatto Capitalia a ottenere i primi soldi, in assenza della documentazione).
Pochi giorni dopo la trasmissione, il 14 dicembre, Degniriceveuna “contestazione disciplinare” che diventerà poi un licenziamento per giusta causa (senza neanche aspettare la scadenza naturale del contratto, il 31 dicembre). Il direttore generale di Sviluppo Lazio contesta a Degni di non aver informato i superiori prima di parlare con Report e di non sapere che lui avesse un rapporto di lavoro anche con la regione Lazio (cosa che invece risultava addirittura anche da articoli di giornale).
NUMERI POCO GRADITI. In realtà, a parte il casus belli di Report, il problema vero era la produzione del servizio studi. A differenza di altre regioni, come Toscana e Piemonte, la Regione Lazio non ha un suo servizio studi che elabori documenti che servono come base ai politici per decidere quanto, come e dove spendere, per capire le prospettive future dell’economia. Quindi il servizio studi di Sviluppo Lazio era diventato, di fatto, anche il centro di ricerca per la regione, a cui forniva consulenza ancheperl’elaborazionedeiprincipalidocumentidiprogrammazioneeconomicaefinanziaria.Ilproblemaèche, come dimostrano le polemiche ricorrenti tra governo e Banca d’Italia, i numeri e le previsioni economiche a volte danno ai politici messaggi poco graditi. Per esempio la giunta Marrazzo non ha apprezzato il risalto che ha sui quotidiani il Rapporto 2009 elaborato dal centro studi nell’autunno 2008 da cui risultava che nel Lazio stavano aumentando i working poor, cioè i lavoratori con una retribuzione inferiore del sessanta per cento alla media nazionale. Un quaderno di ricerca economica, poi, non è mai stato pubblicato perché arrivava a conclusioni ovvie mapocogradevolidaleggereneititolidigiornaleinpiena campagna elettorale: quando l’economia va male, il Lazio regge meglio perché è pieno di lavoratori a reddito fisso e con il posto di lavoro assicurato (nella pubblica amministrazione e nei servizi), quando la crescita in Italia riparte, come nel 2010, per la stessa ragione il Lazio cresce relativamente meno. Marrazzo, quindi, non si entusiasmava per i paper dell’ufficio studi, ma nonostante il governatore sia stato abbattuto dallo scandalo, Sviluppo Lazio ha comunque chiuso il servizio diretto da Degni. Ha licenziato lui e smantellato la struttura che il ricercatore aveva creato, con tre ricercatori e una rete di consulenti fatta da professori universitari esperti di finanza pubblica. Oggi Degni coglierà l’occasione della presentazione all’Università La Sapienza di un suo volume (“La finanza locale”, Franco Angeli, scritto insieme con Antonio Pedone), per denunciare la sua storia.
Leggo nel sito di sviluppo Lazio che del CdA fa parte un certo Stefano Fassina, ma è "lui" ?
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