sabato 28 novembre 2009

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 28 novembre 2009

di Federico Mello
(Giornalista)


Provocazioni non sono prese neanche in considerazione. “Infiltrati” è una parola dal suono sgraziato e inquietante, che non vogliono neanche sentire. Piuttosto: “Ci fidiamo delle forze dell’ordine – dicono le voci polifoniche del No B. Day – le forze dell’ordine non servono per creare malumori ma anzi per preservare l’ordine pubblico”.

Il day after del violento attacco di Berlusconi ai magistrati con l’ennesima minaccia (si rischia la “guerra civile”), il popolo viola, risponde a margherite. Su Facebook con il “durissimo” articolo 1 della Costituzione italiana: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” e in piazza, dicono, con la “gentilezza” e con l’“accoglienza” promessa per i manifestanti che scenderanno in piazza: “Aspettiamo tantissime famiglie”.

A sentirli viene spontanea una domanda: riusciranno a dare un ordine al caos? Sulla carta la sfida appare impossibile. Eppure i comitati di No B. Day ci stanno provando. La sensazione particolare, a parlare con loro, è che davvero non ci sia un centro, una testa che comunichi ai restanti organi, tessuti, e cellule, quello che c’è da fare. Ma tante voci, ridondanti e paritarie, che contano sull’entusiasmo, l’impegno di tutti e la voglia di stare in piazza per la riuscita dell’evento. Su Internet questo modello della condivisione ha dimostrato di funzionare: sono nati così patrimoni collettivi come Wikipedia, o come Linux, il sistema operativo “open source” sviluppato dagli utenti. La piazza è un’altra cosa. E così il corteo. Ma questi ragazzi sotto i trent’anni quando dicono “piazza” non pensano a cordoni e servizi d’ordine. Né tantomeno ai “gommoni” in plastica con i quali le Tute Bianche sfidavano blocchi e zone rosse. La piazza è simbolo di gioia.

“Oggi, sabato, continuiamo con i banchetti informativi”, ci dice Alessandro Tuffu ‘responsabile della logistica del No B. Day’ – “mentre per sabato 5, grosso modo, le modalità di partecipazione sono pronte. Nei parcheggi dei pullman e alla stazione Termini saranno allestiti dei banchetti dell’accoglienza con materiale informativo. Poi si andrà in piazza della Repubblica, spostandosi in metro. Là saranno presenti centinaia di ‘steward’ che accompagneranno il corteo. Saranno riconoscibili da un nastro viola che porteranno intorno al braccio”. Se gli chiediamo di timori per la sicurezza del corteo, risponde: “Certo, certo, il corteo deve essere accompagnato per evitare alcuni punti critici”. Attacchi al McDonald’s? Macché: “Vicino a via Sistina la strada si stringe e là c’è il rischio che il corteo si fermi, rallentando l’arrivo in piazza”. Se qualcuno si sognasse anche di compiere qualche atto violento “verrà immediatamente segnalato alle forze dell’ordine” e comunque immortalato da migliaia di macchine fotografiche e telecamere che i manifestanti porteranno “per registrare un ricordo in diretta dell’onda viola”. Tiene il punto Paola Calorenne, responsabile dei giovani dell’Italia dei valori e impegnata giorno e notte “da cittadina” nel No B. Day. “A provocazioni non abbiamo neanche mai pensato. Perché una manifestazione come questa è di protesta e di dissenso ma è gestita in modo libero e trasparente”. In realtà “una provocazione era arrivata: il Sì Berlusconi Day. Ma non gli abbiamo dato attenzione e si è rivelato per quello che era: un sito Internet di due parlamentari del Pdl con niente dietro”.

Ieri intanto, è arrivata anche l’adesione dell’Udu, coordinamento universitario e unione degli Studenti. Aderiscono elencando una serie di NO! In ordine alfabetico: No all’abolizione del valore legale del titolo di studio, No a Berlusconi, No a Case degli studenti fatiscenti, No al Diritto dello studio svenduto ai privati...” e concludono con un creativo “No a Zorro, Superman e Batman: non abbiamo bisogno di eroi o supereroi cui delegare la lotta per cambiare tutto quest’alfabeto, ma di studentesse e studenti, cittadine e cittadini che non hanno perso la capacità di indignarsi e di reagire, donne e uomini convinti che un altro mondo sia ancora possibile”.

L’organizzazione ferve in tutta Italia. Marco Bruno posta sul sito ringraziamenti: “Voglio iniziare questa comunicazione ringraziando a nome del coordinamento NBD tutti i gruppi locali per il loro motivato, corresponsabile e affettuoso riscontro a questa manifestazione che ogni giorno di più sta diventando esempio di esercizio della democrazia” e informazioni dettagliate: “Gli autobus saranno indirizzati in 3 punti di raccolta; Roma Sud, Roma Nord e Roma Est. L’ubicazione precisa dei parcheggi ci sarà segnalata mercoledì 2. Ogni autobus deve pagare un ticket per l’ingresso a Roma, Tutti gli autobus devono raggiungere Roma entro e non oltre le 12.30...”. Se non dovesse bastare, calma e gesso: “Nei prossimi giorni vi sarà recapitato via mail un vademecum logistico”. In effetti manca solo una settimana alla prova del nove. Per capire se qualcosa di caotico e innovativo, imprevedibile nell’Italia di Berlusconi, è diventato politica.

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