giovedì 12 novembre 2009

MILLS MENTÌ QUANDO RITRATTÒ

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 12 novembre 2009

di Antonella Mascali
(Giornalista)


David Mills è sincero, quando confessa di aver ricevuto 600 mila dollari per aver mentito a favore di Silvio Berlusconi ai processi Fininvest-Gdf e All Iberian, tanto da ripetere per altre 11 volte la stessa versione dei fatti. Non è credibile quando ritratta. Lo hanno scritto i giudici della seconda Corte d’appello di Milano nelle motivazioni della condanna a 4 anni e mezzo di carcere, per corruzione in atti giudiziari. La sentenza ha confermato non solo la pena, ma anche i 250 mila euro di risarcimento alla presidenza del Consiglio, costituitasi parte civile quando c’era al governo Prodi, non certo il presunto corruttore, e attuale premier. I giudici elencano i fatti indicati dal tribunale, che hanno contribuito, assieme alle perizie bancarie alla condanna di Mills: dalla lettera al suo fiscalista, Bob Drennan, in cui scrive di aver evitato con le sue testimonianze “un mare di guai a mister B.”, a due fogli manoscritti da Mills e da un altro fiscalista, James Barker, durante una riunione su come giustificare il denaro, alla relazione inviata allo Sfo (Serious fraud office), il 12 febbraio 2004, all’interrogatorio in procura a Milano, il 18 luglio 2004, quando Mills ammette: “...sono stato sentito più volte in indagini e processi che riguardavano Silvio Berlusconi e il gruppo Fininvest, e pur non avendo detto il falso ho tentato di proteggerlo… e di mantenere una certa riservatezza sulle operazioni che ho compiuto per lui… Nell’autunno del ’99 Bernasconi (dirigente Fininvest, ndr) mi disse che Silvio Berlusconi a titolo di riconoscenza per il modo in cui ero riuscito a proteggerlo nel corso delle indagini giudiziarie e dei processi, aveva deciso di destinare una somma a mio favore…”. Quanto alla ritrattazione (i soldi non erano di Berlusconi ma di un mio cliente che volevo tutelare, l’armatore Diego Attanasio), per i giudici d’appello, così come per quelli di primo grado, è risibile. Scrive la Corte: “Tali motivazioni, giustamente, sono state ritenute illogiche, ‘al limite del risibile’ dal primo giudice… non c’è chi non veda come la delicatezza della posizione di Silvio Berlusconi, che rivestiva (e riveste tutt’oggi) la carica di presidente del Consiglio, non sia paragonabile a quella dell’imprenditore Attanasio… E allora non può che concludersi nel senso che la confessione di Mills stragiudiziale appare genuina, spontanea, vera e attendibile…”. C’è però una differenza tra questa sentenza e quella del tribunale, l’interpretazione del reato di corruzione in atti giudiziari. La Corte d’appello lo ritiene “susseguente” alle false testimonianze ai processi di Berlusconi, in base all’elemento “certo”, che è l’accordo con Bernasconi dell’autunno ’99. Per il tribunale, la corruzione invece è “antecedente” alle testimonianze, avvenute a novembre ’97 e a gennaio ’98. Ma per tutti i giudici, il reato si è consumato il 29 febbraio del 2000, quando i 600 mila dollari sono entrati nella disponibilità di Mills. Tanto che la Corte d’appello scrive: “Si potrebbe addirittura sostenere che non ha più rilievo in termini pratici la distinzione tra corruzione antecedente e conseguente…”. La corruzione in atti giudiziari si prescrive dopo dieci anni, dunque, in base a due sentenze di condanna, il reato sarà prescritto l’11 aprile 2010. Ci sono quasi quattro mesi utili per il verdetto finale, se vuole, la Cassazione ha tutto il tempo per emetterlo. Se confermerà la sentenza, potrà essere utilizzata nel processo a carico di Berlusconi e incidere seriamente. Ma il premier, per salvarsi, si sta facendo la legge “processi brevi” e quella che riforma il Codice di procedura penale. In base a quest’ultima, le sentenze definitive non potranno più essere utilizzate in altri processi, se non in quelli per mafia.

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