venerdì 29 gennaio 2010

“BRACCIA CRIMINALI”

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 29 gennaio 2010

di Silvia D'Onghia
(Giornalista)


Il messaggio è chiaro, preciso, diretto; stavolta nessuno può averlo frainteso: “Una riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali”. Firmato non Umberto Bossi, ma Silvio Berlusconi. L’occasione per lo spot è stata quella del Consiglio dei ministri di ieri a Reggio Calabria. La terra da cui gli immigrati-schiavi, diventati inutili, sono stati cacciati con tanto di pullman speciali e scorta della polizia. Il binomio, rovesciato, suona così: extracomunitari uguale criminali. E chi se ne importa di chi arriva in Italia perché fugge dalla guerra e dalla fame, di chi paga le organizzazioni (quelle, sì) criminali per affrontare viaggi disperati che spesso diventano viaggi di morte, di chi si stabilisce nel nostro paese e, sfidando la giungla burocratica, contribuisce in maniera determinante al Pil.

Siamo alla vigilia delle elezioni regionali e Berlusconi aveva bisogno di parlare alla pancia dell’elettorato del Pdl e della Lega, di rassicurarlo e di fomentarlo. Così come per le politiche del 2008, quando la sicurezza era diventata pane quotidiano del dibattito politico. E anche allora, gli immigrati erano diventati tutti clandestini.

Ieri il premier ha difeso l’operato del governo sul tema immigrazione irregolare (“risultati molto positivi”) e chiamato in causa, ancora una volta, l’Europa, sostenendo che l’esecutivo metterà in atto “un’azione molto forte sull’Unione europea che deve farsi carico dei costi della vigilanza che i paesi sopportano”. Miele per le orecchie degli alleati. E infatti a dargli subito spalla ci ha pensato il ministro dell’Interno Maroni, che ha snocciolato una serie di dati a proposito degli sbarchi sulle coste italiane: secondo il titolare del Viminale, il saldo sarebbe “in negativo del 74 per cento nel periodo tra il maggio e il dicembre scorso, che diventa del -90 per cento a confronto dello stesso arco di tempo nel 2008. A dimostrazione che l’accordo con la Libia funziona”. L’obiettivo è quello di arrivare al -100 per cento. Peccato che la maggior parte degli immigrati entrino in Italia dai confini di terra. Ma lo spot elettorale è confezionato, e questo basta.

In serata Berlusconi ha cercato di correggere un po’ il tiro, in un’intervista rilasciata a Porta a Porta: “Chi viene in Italia e non ha un posto di lavoro è anche forzato a consegnarsi alle organizzazioni criminali”. “Anche”, se non lo fa comunque a prescindere dal lavoro.

“Un governo non può accendere un fuoco, ma guidare il paese a una maturazione civile”, la risposta pacata del segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani. “Una frase del genere ci mette fuori da qualsiasi contesto moderno – ha proseguito – non può essere questo il modo di affrontare un fenomeno che nessuno ha cercato, ma che dobbiamo affrontare con razionalità e umanità”. Più dura la deputata e responsabile immigrazione Pd, Livia Turco: “Trovo volgare l’equazione su immigrati e criminalità. Tutti i dati dimostrano che senza immigrati si fermerebbero pezzi importanti della nostra economia. Oltretutto il governo dovrebbe chiedersi come mai in questi dieci anni di applicazione della legge Bossi-Fini, i clandestini e soprattutto gli irregolari sono aumentati”. Una battuta anche dal presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti: “Infatti Provenzano, Riina e Badalamenti sono noti immigrati extracomunitari”. Non usa mezzi termini l’Italia dei Valori, per bocca di Fabio Evangelisti: “Berlusconi solo mercoledì ha ricordato la Shoah e pronunciato parole di condanna contro l’odio razziale e l’intolleranza, ieri ha fatto affermazioni vergognosa-mente xenofobe”.

C’è da chiedersi se lo stralcio deciso ieri dal Pdl al Senato dell’articolo 48 del ddl che prevedeva una delega al governo per l’attuazione di una direttiva europea sull’emersione del lavoro nero vada nella direzione indicata da Berlusconi. Il governo avrebbe dovuto prevedere un permesso di soggiorno temporaneo per i lavoratori extracomunitari che avessero denunciato la loro posizione irregolare e la non applicazione delle sanzioni per i datori di lavoro che, autodenunciandosi, avessero regolarizzato i dipendenti stranieri irregolari. Uno schiaffo all’Europa e l’ennesimo regalo al lavoro nero.

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