del 28 gennaio 2010
di Antonella Mascali
(Giornalista)
Alla fine ha vinto l’ala maggioritaria delle toghe che voleva un’iniziativa forte e chiara contro la politica di questo governo, che non vuole fare una vera riforma della giustizia, ma solo leggi ad personam e modifiche per scardinare l’indipendenza della magistratura. Sabato, quando ci sarà l’inaugurazione dell’Anno giudiziario in tutti i distretti, i magistrati si presenteranno con in mano una copia della Costituzione (com’è già accaduto) per “simboleggiare il forte attaccamento alla funzione giudiziaria e alla Carta costituzionale”, usciranno dall'aula al momento dell'intervento del rappresentante del ministero, per “testimoniare il proprio disagio per le iniziative legislative in corso, che rischiano di distruggere la giustizia in Italia, e per la mancanza degli interventi necessari ad assicurare l'efficienza del sistema”. Dopo i rappresentanti locali dell’Anm leggeranno un documento contro il governo e distribuiranno una copia del dossier “Le verità dell'Europa sui magistrati italiani”. La protesta, decisa ieri pomeriggio dalla giunta dell’Anm, è senza precedenti .
Il documento che verrà letto chiama in causa Silvio Berlusconi e i suoi proverbiali insulti: “Non intendiamo assuefarci ad un costume politico che ha reso pratica quotidiana l'insulto e il dileggio” e invece “ogni giorno siamo costretti ad ascoltare invettive e aggressioni nei confronti dei magistrati. ‘Cloaca’, ‘cancro’, ‘metastasi’, ‘disturbati mentali’, ‘plotoni di esecuzione’, sono solo alcune delle espressioni utilizzate dal capo del governo e da esponenti politici di primo piano nei confronti della magistratura. I magistrati - sottolinea l'Anm - non sono parte di un conflitto e non sono contrapposti a nessuno. Per questo diciamo basta alle aggressioni”. Si entra anche nel vivo delle leggi in discussione in Parlamento: “Basta con riforme distruttive del sistema giudiziario, con leggi prive di razionalità e di coerenza, pensate esclusivamente con riferimento a singole vicende giudiziarie e che hanno finito per mettere in ginocchio la giustizia penale in questo paese”. E l’Anm ricorda anche una legge ad personam, approvata nel precedente governo Berlusconi: “Già con la legge ex Cirielli il numero di processi che si chiudono con la prescrizione è balzato alla impressionante cifra di 170.000 l'anno” e aumenteranno “in maniera esponenziale” se dovesse passare il processo breve “che ridurrà il processo penale ad una tragica farsa”. Nel documento c’è anche la critica al ddl e intercettazioni e alla riforma del processo penale (che asserve di fatto il pm al governo ): “Se dovessero essere approvate” anche queste normative “non sarebbe in nessun modo possibile assicurare giustizia in questo paese”. L’Anm chiede risorse adeguate e propone “le vere riforme”, tra cui la revisione delle circoscrizioni giudiziarie e l'informatizzazione dei processi. Protesta e proposta dell’Anm, inaccettabile per il ministro Alfano: “Ha scelto di macchiare una giornata, che è per i cittadini e per il loro diritto di avere giustizia. L'immagine che l'Anm offre di sé non coincide con il senso etico delle migliaia di magistrati che ogni mattina servono l'Italia e le istituzioni che rappresentano”. Alfano ha confermato la sua presenza a L’Aquila dove - secondo il presidente locale dell’Anm, Di Florio - i magistrati, proprio perché ci sarà il ministro, non usciranno dall’aula. Berlusconi intanto va avanti per gli affari suoi. All’ufficio politico di ieri sera ha dettato la tabella di marcia sulla giustizia: approvare entro metà febbraio il legittimo impedimento per bloccare i suoi processi almeno per un anno e mezzo, nel frattempo puntare al lodo Alfano costituzionale o all’immunità e lasciare al momento in stand by il processo breve (da riesumare in caso di necessità) perché impopolare e perché il Quirinale potrebbe non firmarlo.
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