del 16 gennaio 2010
Roma. «Far abbassare la cresta all'ufficio del pubblico ministero, che se respira male non potrà che limitarsi agli atti urgenti».
Tra gli scopi «futuri» del decreto del governo sui vuoti negli uffici requirenti, c'è secondo il procuratore di Palermo Francesco Messineo, l'obiettivo di tagliare le unghie alle procure; e lo si farà affidando le indagini nelle sole mani della polizia giudiziaria e inserendo nei ranghi della magistratura persone che non hanno vinto il concorso per fare il giudice: «ci verrà offerto l'aiuto della polizia giudiziaria e il reclutamento straordinario» ha detto Messineo, intervendo all'assemblea organizzata dall'Associazione nazionale magistrati. E non è questo il solo frutto avvelenato di un provvedimento che il procuratore bolla come «irrazionale, dagli effetti micidiali e insultante per la professionalità dei magistrati»: «mira a creare una situazione in cui saremo noi a chiedere, di fronte all'alternativa dello sfascio delle procure, la separazione delle carriere». Messineo vive da vicino il problema della desertificazione delle procure; nel suo ufficio mancano 17 pm su 62. Per questo aveva aperto il suo intervento chiedendosi «il senso di indebolire la procura di Palermo» che è impegnata nel contrasto a Cosa Nostra: «è come se durante una battaglia -aveva spiegato- uno dei contendenti, quello che ha le armi migliori, improvvisamente decidesse di deporre le armi e dare la vittoria all'avversario». Il procuratore aveva fatto peraltro notare come si sia determinata questa situazione mentre vi sono «dichiarazioni ufficiali di grande impegno nella lotta alla criminalità organizzata» da parte della politica.
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