martedì 7 luglio 2009

Intercettazioni, Padellaro “ddl orrendo, pericoloso e incostituzionale. Da cestinare”

Dal Quotidiano on line Articolo 21
del 7 luglio 2009

di Stefano Corradino
(Giornalista)



“C’è un signore, di cui conosciamo il nome, che non vuole che escano le intercettazioni che lo riguardano: il risultato è che migliaia di delinquenti resteranno impuniti”. Così Antonio Padellaro, già direttore dell’Unità sintetizza le motivazioni che hanno spinto lui e tanti altri a promuovere per mercoledì 8 luglio la Notte bianca contro la cosiddetta “legge bavaglio”, contro ogni forma di censura e prevaricazione alla libertà di stampa e informazione. L’occasione sarà anche quella di presentare “il Fatto quotidiano”, il nuovo eccentrico giornale - così lo definiscono i promotori - che uscirà a settembre e le cui ragioni fondanti sono rintracciabili nel libro “Io gioco pulito” dello stesso Padellaro. Una raccolta di testimonianze di giornalisti e scrittori che spiegano a quale tipo di giornalismo e a quale paese aspirano.

La sera di mercoledì 8 luglio sarete a Roma per una Notte bianca contro il ddl che vuole negare la pubblicazione delle intercettazioni. “Legge bavaglio” l’avete definita. Chi è che finirebbe imbavagliato?
La magistratura, l’informazione, i cittadini. La legge Alfano sulle intercettazioni è una legge orrenda il cui impianto ha come conseguenze di impedire di fatto alla magistratura di utilizzare uno strumento fondamentale per agire. Stabilire un limite di 60 giorni per le intercettazioni è ridicolo per qualsiasi magistrato che voglia indagare seriamente su fenomeni come quelli della criminalità organizzata o su reati esecrabili come la pedofilia. L’altro aspetto che ci riguarda più da vicino è quello dell’informazione: i giornalisti rischierebbero il carcere qualora pubblicassero i tabulati e gli editori multati finirebbero per chiudere o non pubblicare più nulla che possa essere considerato scomodo.

Il presidente della Repubblica ha stoppato il Ddl chiamando il ministro Alfano al Colle e il Guardasigilli si è detto disponibile ad eventuali correzioni.
E’ una Legge difficilmente emendabile e migliorabile. Capovolgerei quindi il discorso: sebbene mi renda conto che Napolitano stia facendo il massimo con la sua azione di moral suasion Alfano proporrà piccoli emendamenti e il testo che uscirà dal parlamento sarà fortemente incostituzionale e finirà, come è giusto che sia, davanti alla Corte di giustizia internazionale e dell’Aja. La legge non va corretta, va presa e buttata nel cestino.

Roberto Zaccaria sul nostro giornale on line ha sottolineato che quando l’opposizione è unita, come nel caso della lettera a Napolitano sulle intercettazioni, ha un forte peso.
Sono d’accordo, l’unità delle opposizioni in Parlamento è fondamentale. E ancora di più lo è stata quella delle associazioni. Quelle dei magistrati e dei giornalisti in particolare. Dai partiti che si oppongono alla legge spero tuttavia arrivi qualcosa di più clamoroso, con un forte impatto all’esterno. C’è un signore, di cui conosciamo il nome, che non vuole che le sue intercettazioni escano: il risultato è che migliaia di delinquenti resteranno impuniti. Questo bisogna spiegare ai cittadini.

Non lo sanno già?
Affatto. O almeno sono davvero pochi a saperlo. I giornali si leggono poco. E l’informazione passa prevalentemente per i tg. I primi due il Tg1 e il Tg5, ogni sera vengono visti da 12-13 milioni di persone. Da questi e dagli altri telegiornali (tranne il tg3) i cittadini non sanno nulla di queste questioni e finiscono per pensare che sia una legge giusta. così magistrati e giornalisti la finiranno di ficcare il naso nella vita privata delle persone… L’informazione dei tg non aiuta davvero; strumenti nelle mani di un uomo che vuole che questa legge passi nel modo peggiore e che nascondono tutte le vicende scomode, come le squillo a Palazzo Grazioli…

Mettere in luce le vicende scomode sembra sia invece la “mission” del vostro nuovo giornale, “il Fatto quotidiano” che presenterete proprio nella giornata di mercoledì
Più che delle vicende scomode ci occuperemo, come dice il nome della testata, dei “fatti”. In 16 pagine a colori con l’aiuto di inviati e reporter cercheremo di segnalare e spiegare cose che non si trovano su altri giornali. Fatti e notizie ma anche commenti e punti di vista. Un giornale che cercherà di distinguere i fatti dalle opinioni, annoso problema della stampa italiana…

Non avrete finanziamenti pubblici
Un scelta che ha unificato tutti coloro che parteciperanno a questa avventura: un giornale finanziato dai propri lettori e, se arriverà, dalla pubblicità. Senza appartenenze politiche pur muovendosi nell’arco del centro sinistra. Oltre alla mia le firme di Furio Colombo, Marco Travaglio, Maurizio Chierici, Corrado Stajano, Antonio Tabucchi, Sandra Amurri, Oliviero Beha, Nando Dalla Chiesa. Tutti hanno sposato da subito la filosofia del giornale.

Prima si crea un giornale e si vede quanti lettori ci sono. Voi avete il processo inverso
E’ così. Abbiamo lanciato una campagna di promozione per gli abbonamenti che in poche settimane ha avuto 40mila richieste. Di queste probabilmente solo una parte si trasformerà in abbonamenti veri e propri. E ci basterebbe fosse uno su quattro visto che il cosiddetto break even di questi giornale è basso (ci basterebbero 10mila copie al giorno per stare bene). Ma speriamo siano di più.

“Il Fatto” non può non riportarci con la memoria all’omonimo programma di Enzo Biagi
Biagi rappresenta la sintesi di tante cose che abbiamo detto. Non era un estremista o un fazioso come qualcuno ultimamente ha tentato di dipingerlo. Tutt’altro. Era un giornalista che ha raccontato l’Italia e il mondo sulla base delle sue testimonianze. Era il testimone dei suoi lettori che si fidavano di lui perché non manipolava le notizie e raccontava quello che vedeva. Ovviamente poi lui aveva le sue opinioni, il suo punto di vista e lo esprimeva con chiarezza: il punto di vista del buon senso.

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