lunedì 3 agosto 2009

«Regalo di compleanno» per Cusani: l'ex manager potrà tornare a votare

Dal Quotidiano Il Corriere della Sera

del 3 agosto 2009


NAPOLI - È un bel regalo di compleanno per Sergio Cusani: l'ex manager compirà 60 anni il 4 agosto e il tribunale di sorveglianza di Milano gli ha dato la possibilità di votare e ricoprire pubblici incarichi, restituendogli così la pienezza dei diritti civili. Cusani, uscito dal carcere il 30 marzo 2001, aveva presentato istanza per la riabilitazione al Tribunale di sorveglianza e l'ufficio della Procura generale aveva dato parere favorevole. Inoltre la pena gli verrà cancellata dal casellario giudiziale.

IL PERSONAGGIO - Cusani è un ex manager napoletano finito in carcere nell'ambito dell'inchiesta «Mani pulite» con l'accusa di falso in bilancio: è ritenuto l'ideatore dei meccanismi che crearono la «madre di tutte le tangenti», quella Enimont. Braccio destro di Raul Gardini, è stato il principale condannato nell'inchiesta scontando in cella 4 anni di carcere (la pena a 5 anni e 10 mesi) ed ha dovuto restituire 35 miliardi di lire. Al giudice Ghitti dichiarò di essere colpevole dei reati per i quali era stato accusato dall'allora pm Antonio Di Pietro. Nel 2000 ha creato un movimento politico per tutelare i diritti dei poveri e dei detenuti: il «Partito della solidarietà». Con l'ex terrorista Sergio Segio ha lanciato una campagna per l'indulto e l'amnistia in occasione del Giubileo e per la riforma penitenziaria, con il progetto «Piccolo piano Marshall per le carceri». Attualmente è impegnato in progetti di recupero detenuti e sta partecipando al presidio degli operai della fabbrica Innse, alla periferia di Milano.

DI PIETRO - «Cusani merita di riavere i propri diritti individuali», afferma il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro che aggiunge: «Il problema non sta nella riabilitazione di Cusani, che si è pur difeso in un processo. Il problema sta nei tanti impuniti che non si riabiliteranno mai perché hanno preferito difendersi da un processo con leggi "ad personam". Sul piano personale - prosegue l'ex magistrato e grande accusatore proprio di Cusani - lui è stato uno dei pochi ad aver saldato i conti con la giustizia senza ricorrere a mezzucci come hanno fatto invece tanti altri. Cusani, da imputato - sottolinea - si è difeso in aula. Quando è stato condannato, è andato in galera. E dopo si è pure dedicato ai servizi sociali».

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