giovedì 2 luglio 2009

L’Italia va a puttane… ma non bisogna dirlo.

Manifesto pubblicato il 2 luglio 2009
Anno 1 - numero 4







Da giorni la politica italiana è stata oggetto di numerose polemiche, che hanno provocato almeno in una buona parte dell’opinione pubblica disgusto e disprezzo su come venisse gestito il potere e rappresentato il popolo italiano, e comportare allo stesso tempo una perdita di credibilità internazionale del nostro paese. Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il 29 giugno 2009, mentre si gode il giorno del suo compleanno nell’isola di Capri, auspica al mondo della politica e dell’informazione una tregua in vista dell’imminente G8 che si terrà all’Aquila

Traducendo, tenendo presente i vari episodi di Noemi, della D’Addario, delle bugie in continuazione dette e delle repentine smentite, di presunti traffici di prostitute, di droga, di spartizione di appalti pubblici, di mogli che dichiarano che i propri mariti frequentano minorenni, di utilizzatori finali, di impegni non rispettati, di crisi economica gestita male e quant’altro, il nostro rispettabilissimo Presidente della Repubblica chiede in pratica che si taccia su tali episodi, dove in vista del prossimo G8 con l’arrivo dei capi di stato dei maggiori paesi al mondo, è opportuno quindi riporre gli scheletri nell’armadio ed indossare le migliori maschere per dare l’impressione di essere un paese modello. In un certo senso tale monito potrebbe essere anche interpretato come un invito alla magistratura a soprassedere, nel frattempo, a scomode indagini che possano vedere come protagonisti esponenti politici ed in particolare il nostro sempre più amato Presidente del Consiglio.

Tutto ciò, sia ben chiaro, a salvaguardia della dignità e del prestigio internazionale del nostro paese, ovviamente.

Solo che purtroppo non sono stati considerati alcuni aspetti di tutta questa vicenda, e cioè che i capi di Stato esteri sono già al corrente degli scandali che hanno coinvolto il Presidente del Consiglio e con esso il Governo e l’intero Parlamento italiano, e che la stampa estera ha già abbondantemente informato l’opinione pubblica dei rispettivi paesi sugli inusuali costumi e sulla gestione politica del nostro paese.

Quindi, avendo puntati addosso i riflettori dell’intera opinione pubblica mondiale, far tacere i nostri mezzi d’informazione su tali vicende potrebbe comportare un’ulteriore diminuzione di credibilità mettendo anche in dubbio la già bassa considerazione che i capi di stato, la stampa e l’opinione pubblica estera hanno dei nostri media? Come se all’estero non si sapesse che la nostra classe politica fondi buona parte delle sue radici sul malaffare e che il comportamento privato del Presidente del Consiglio, avendo in un paese democratico che si rispetti una certa rilevanza pubblica, alla luce di tali fatti sarebbe incompatibile nel rivestire tale ruolo. Se si assumesse tale atteggiamento omertoso non si corre il rischio di far apparire il nostro paese al pari di un paese dittatoriale dove la classe politica fa ciò che vuole infischiandosene del rispetto delle leggi e godendo del controllo degli organi di informazione e così impedendo ai suoi cittadini di essere correttamente informati sui fatti?

Il Presidente della Repubblica non ha pensato che dignità e prestigio non si acquistano con ipocrisia e servilismo ma con il coraggio di non nascondere le proprie debolezze e con l’impegno a divenire migliori?

Le distorsioni della nostra democrazia sono ormai evidenti, a tal punto che il capo dello Stato può tranquillamente benedire il conflitto d’interessi che ha portato l’egemonia dei partiti al controllo quasi assoluto dell’intero sistema democratico, approdando ovunque, lottizzando di tutto, a tal punto che le massime cariche dello Stato possono dettare indisturbatamente ordini da eseguire, sit et simpliciter, agli organi di controllo del potere con l’illusione che così facendo si vedano meno i conflitti d’interesse che hanno piegato la democrazia di questo paese, così da apparire all’estero come un paese semilibero e fortemente condizionato da oligarchie di potere che possono decidere il bello e il cattivo tempo con un popolo suddito che non ha neppure un brandello di dignità.

Inoltre sembra strano ed inopportuna la promozione di questa tregua richiesta all’opposizione proprio in un momento di grave difficoltà della maggioranza, dove il ruolo dell’opposizione in un paese democratico è proprio quello di mettere in evidenza le debolezze e le difficoltà della maggioranza al potere. Ci si lamentava che l’opposizione non c’era o che non facesse compattamente bene il proprio dovere, ora che ha l’opportunità e magari la forza di mettere a nudo la debolezza della maggioranza, l’arbitro neutrale, invoca la tregua. Tregua che di solito ne beneficia soprattutto chi è in difficoltà e non si capisce perché un’opposizione seria in un paese democratico dovrebbe rinunciare alle conquiste di credibilità che ha guadagnato negli ultimi periodi.

E’ ovvio che tali riflessioni valgono come principi generali imprescindibili nell’analisi della realtà politica di un normale paese democratico e pertanto ne a favore e ne contro questo o quel colore politico o di questo o di quel governante.


Pensiero della settimana

“La libertà d’espressione è necessaria… i cittadini silenziosi sono dei perfetti sudditi di un governo autoritario.” - Robert Dahl

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