martedì 11 agosto 2009

"Scandali, divorzio e processi è un premier da barzelletta"

Dal Quotidiano La Repubblica
del 11 agosto 2009

di Luciano Nigro
(Giornalista)


ROMA - "Impantanato negli scandali sessuali, diretto verso un brutto divorzio, inseguito dagli investigatori, il primo ministro Silvio Berlusconi è a national joke, una barzelletta". Un ritratto implacabile quello che l'edizione americana di Vanity Fair dedica al capo del governo. In un lungo articolo Michael Wolff racconta le avventure che "minacciano la carriera di uno degli uomini più ricchi e dei politici di maggior successo in Europa". E sul sito on line una dissacrante foto gallery ("Tutte le donne del primo ministro") in cui scorrono le immagini di Veronica, Noemi, Mara... con brani della lettera di Berlusconi alla moglie del febbraio 2007: "Cara Veronica, eccoti le mie scuse... ".

A dir poco imbarazzante il profilo di Wolff. Titolo "Tutte le donne (o donnacce) portano a Roma". "Negli anni Cinquanta - ricorda lo scrittore - era un crooner, un cantante da crociera". Oggi "non è solo un miliardario immensamente potente, ma controlla il partito dominante, il più importante network televisivo e il governo. Ciò che più lo caratterizza, però, è la sua personalità da crooner. È un instancabile, e dozzinale, seduttore. Un Sinatra da grande magazzino. Un tipo. Uno stereotipo italiano". E' "uno spaccone, cosa che è parte del suo fascino". Quando uscirono le foto "di un baccanale nella sua casa in Sardegna, disse con una istrionica strizzatina d'occhi che la rossa e la bionda con cui andava a braccetto stavano solo ammirando le statue e le fontane".

Il fatto è, secondo Wolff, che la cultura popolare in Italia è la Tv. E Berlusconi "il lascivo produttore con uno dei più attivi divanetti di casting aveva un segreto: portare in tv ragazze dai grandi seni". Le veline, ecco l'arma vincente: fanno moda, sposano i calciatori e "lo rendono ricco e famoso". E quando "nel '93 Berlusconi fonda un partito e diventa presidente del consiglio le veline lo seguono". Sembrava il futuro dell'Italia, scrive Wolff. "Il paese cambiava, ma non Berlusconi, entrato in politica per difendere il suo business televisivo extra legale" che "protegge i suoi interessi" con l'immunità delle cariche istituzionali, premier compreso, e con la legge sulle intercettazioni telefoniche.

"Anche la moglie cambiava. Cresceva i figli e leggeva libri. Lei a Milano e lui a Roma, occupato in una vita politica e sessuale da capogiro (ci sono pure un trapianto di capelli, un lift e una liposuzione)". Fino alla festa da Noemi, conosciuta su un book fotografico, alla cui festa Berlusconi arriva "mentre escono liste di probabili candidate europee, inclusa un'intera fila di veline".

La moglie lo definisce "un uomo che va con le minorenni e vuole il divorzio". E altre donne raccontano "di essere state pagate per intrattenere il premier, senza che la tv italiana sfiori neppure l'argomento". Perché agli italiani piace Silvio? si chiede Wolff. Che nota "la sua facile vittoria elettorale si poteva ascoltare la sua voce registrata dire a una donna "aspettami nel letto grande"". E in luglio al G8, "in assenza della moglie, l'accompagnatrice ufficiale era il ministro Mara Carfagna, già topless showgirl e velina che aveva scatenato l'ira della moglie di Berlusconi quando lui disse che avrebbe voluto fuggire su un'isola deserta con lei".

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