Dal Quotidiano La Repubblica
del 15 agosto 2009
di Alberto Custodero
(Giornalista)
ROMA - Per la prima volta Berlusconi ha ammesso che non scioglierà il consiglio comunale di Fondi, nonostante la richiesta datata 8 settembre 2008 del Prefetto di Latina. Nel comune laziale al confine con la Campania (amministrato dal centrodestra) ci sono preoccupanti infiltrazioni di camorra e 'ndrangheta.
In tutto questo tempo il consiglio dei ministri non aveva mai preso una decisione, lo stesso Maroni non aveva mai spiegato il perché, limitandosi a dire di "aver fatto tutto ciò che doveva".
Berlusconi ha spiegato: "In Cdm sono intervenuti diversi ministri, hanno fatto notare come nessun componente della giunta e del consiglio comunale sia stato neppure toccato da un avviso di garanzia. Quindi sembrava strano che si dovesse intervenire con un provvedimento estremo come lo scioglimento della giunta".
Il ministro Maroni ha aggiunto: "Ho già dato incarico al prefetto competente di svolgere nuovi accertamenti in modo da essere pronto al primo Cdm a portare una nuova relazione se gli esiti della prima saranno confermati". Il mancato scioglimento di Fondi ha provocato da tempo forti polemiche a livello locale e nazionale. Il senatore dell'Idv Stefano Pedica, per protesta, ha interrotto nei giorni scorsi una conferenza stampa del ministro dell'Istruzione Gelmini. E ha esposto davanti a Palazzo Chigi uno striscione con la scritta "Fuori la mafia dalle istituzioni".
Le parole di Berlusconi hanno fatto infuriare Antonio Di Pietro. "Il premier fa finta di dimenticare che lo scioglimento del Comune è stato richiesto dal prefetto Frattasi circa un anno fa: cinquecento cartelle che provano l'intreccio tra mafia, politica e comitati d'affari, con 17 arresti. Ma questi signori ministri, che oggi sostengono davanti alle telecamere di battersi contro la mafia, fanno l'esatto contrario: premiano i malavitosi e condannano i cittadini di Fondi a convivere con la mafia. Così è sempre più chiaro a tutti da che parte sta chi ci governa".
Il capogruppo pd all'Antimafia, Laura Garavini ha presentato nei giorni scorsi un'interrogazione al ministro dell'Interno. La Garavini chiede informazioni "sulla società che ha sede a Fondi denominata SILO srl, della quale sono soci l'attuale sindaco di Fondi, Luigi Parisella, il senatore Pdl, Claudio Fazzone e tale Luigi Peppe. Detta società, che dovrebbe occuparsi di lavorazione di prodotti agricoli, è di fatto inattiva ma possiede una struttura industriale situata in un'area interessata da una variante urbanistica detta Pantanello, che ha inciso significativamente sul valore del capannone della Silo come di altri capannoni presenti in zona. Il signor Luigi Peppe, oltre ad essere cugino del sindaco, è fratello di Franco Peppe, soggetto in rapporti certi con la famiglia Tripodo, ed in particolare con Antonino Venanzio Tripodo. Il quale, secondo alcuni collaboratori di giustizia, avrebbe usato per la consegna di armi a soggetti appartenenti al clan camorristico dei "casalesi" una automobile intestata proprio a Franco Peppe".
Anche l'associazione nazionale dei prefetti ha protestato contro il mancato scioglimento del comune di Fondi.
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