giovedì 28 gennaio 2010

BASSOLINO-DE LUCA DA 20 ANNI LO STESSO DERBY

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 28 gennaio 2010

di Vincenzo Iurillo
(Giornalista)


In Campania il palinsesto del centrosinistra è fatto di repliche. Continua ad andare in onda un vecchio film visto e rivisto. Il film del duello tra Antonio Bassolino e Vincenzo De Luca. L’eterno rincorrersi e scontrarsi del Governatore e del sindaco di Salerno, nel Pci, nel Pds, nei Ds, nel Pd. Una pellicola che neppure le primarie di coalizione per la scelta del candidato presidente della Regione, che dovrebbero svolgersi domenica 7 febbraio, riusciranno a togliere dalle sale. Sì perché, salvo sorprese, i due saranno della partita. De Luca si candiderà in prima persona, forte di una popolarità diffusa e del sostegno totale del Pd salernitano, di una considerevole area franceschiniana e delle truppe Api di Francesco Rutelli. Bassolino sarà presente attraverso uno dei suoi fedelissimi, il suo vice del Rinascimento napoletano Riccardo Marone. Proprio ieri, in rapida successione, i due comunicati stampa che hanno ufficializzato il passo indietro di Ennio Cascetta, assessore bassoliniano che vanta buoni risultati nei trasporti , e il passo avanti di Marone, così motivato: “Crederò fino all’ultimo nella necessità di una candidatura unitaria, ma di fronte all’indisponibilità al ritiro di tutte le candidature in campo e in particolare di quelle che non incontrano alcun favore nella coalizione, ho deciso di presentarmi”. Lampante il riferimento a De Luca, che non aggrega gli altri partiti e sul quale pesa il veto di Idv per i suoi due rinvii a giudizio sulle varianti urbanistiche di Salerno.

Oggi pomeriggio l’assemblea regionale del Pd dovrebbe ratificare le primarie, dalle quali stanno per sfilarsi Idv e Sel, e dare il via libera al derby Napoli-Salerno. Perché di questo si tratta, secondo l’analisi del sociologo Isaia Sales: “Tra De Luca e Bassolino non c’è dualismo, ma una guerra unilaterale mossa da De Luca che da venti anni lavora per contrapporre le istanze territoriali di Salerno a quelle di Napoli. De Luca è espressione di un piccolo potere territoriale, un leghista del Sud che scatena la caccia agli immigrati, agita i temi della sicurezza, punta ai voti del centrodestra e non è stato fermato in tempo dal suo partito, che dopo averlo utilizzato da Roma per le sue beghe interne ne ha perso il controllo. Se il partito fosse ancora una cosa seria, oggi imporrebbe a De Luca di ritirarsi in favore di un terzo candidato. Chi potrebbe scaldare i cuori del popolo di centrosinistra? Il rettore Guido Trombetti e il magistrato Raffaele Cantone sarebbero due ottimi nomi. Con loro si potrebbe vincere”. Per l’ex direttore dell’Osservatorio sulla Camorra Amato Lamberti, residente a Salerno “non c’è nulladicuimeravigliarsisesiamo sempre fermi a Bassolino e De Luca. Da diciassette anni il primo governa Napoli e la Regione, l’altro Salerno, senza ricambio e senza opposizione. Con l’aggiunta che almeno De Luca è riuscito a risistemare la sua città in chiave turistica e di immagine. Entrambi poi non hanno lasciato spazio a nessuno, in particolare Bassolino, che lascia circolare i nomi dei suoi pretoriani come ‘alternativa’ che non c’è, e che scientificamente in questi anni ha schiantato chiunque fosse portatore di un’innovazione, nel nome della conservazione infinita del bassolinismo. Penso a Luigi Nicolais, un luminare di fama mondiale distrutto alle elezioni provinciali di Napoli nell’indifferenza di Basso-lino. La società civile? Abbiamo professionisti e imprenditori di valore che hanno paura di farsi avanti, perché altrimenti gli vengono tagliate le gambe dal sistema di potere. Detto questo, solo la candidatura De Luca può ridare entusiasmo al centrosinistra”. Secondo il docente di storia contemporanea Paolo Macry “le traiettorie dei due sono diverse. De Luca gode di un’opinione pubblica trasversalmente favorevole, mentre la stella di Bassolino è in declino. Perché il centrosinistra si ferma a loro? Forse perché in Campania, come ha teorizzato Mauro Calise, ha preso piede più che altrove il modello del partito personale e carismatico, grazie al quale Bassolino, sindaco di Napoli dal ’93 al 2000 e poi Governatore, ha incarnato un potere enorme, molto superiore a quello di De Luca. Ma il ‘partito personale’, nato in un periodo in cui i partiti erano scomparsi, ha prodotto il deserto e l’assenza di classe dirigente, finendo col limitare l’ascesa di nomi che stavano emergendo e che in qualche caso avevano ben lavorato, come Cozzolino, Barbieri, De Lucia, Cascetta, lo stesso Marone”. Ilenia Incoglia, 25enne vice presidente dei giovani imprenditori Confapi, punta il dito contro il bassolinismo: “Con grande scaltrezza Bassolino è riuscito a propinare al 70% del corpo elettorale una versione rivisitata del principe di machiavelliana memoria. Creando di fatto una sorta di democrazia bloccata che vedeva persino nell'opposizione, del tutto inesistente per oltre 15 anni, gente correre al riparo. Cosa rimane oggi? Macerie, sfiducia, ritardi ed indici dello Svimez che ci relega all’ultimo posto tra le regioni. Forse l’unica alternativa vera nel centrosinistra è il movimento dei grillini che ha espresso la candidatura di Roberto Fico”.

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