giovedì 28 gennaio 2010

Scatti & ricatti, la tentazione di Mondadori: scaricare Signorini

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 28 gennaio 2010

di Antonella Mascali
(Giornalista)


L’operazione per scaricare Alfonso Signorini, se sarà necessario, è cominciata. Secondo quanto risulta a Il Fatto Quotidiano, il potente direttore di Chi e Sorrisi e Canzoni tv, nei giorni scorsi è stato convocato dai top manager della Mondadori. Gli è stato chiesto come si sia mosso da quando è direttore, se e come l’inchiesta del pm di Milano Frank Di Maio – che sta indagando su presunti fotoricatti – possa travolgerlo e provocare un danno all’azienda. Fonti interne parlano di una discussione molto tesa. Quasi un interrogatorio. Per esempio a proposito della telefonata che Signorini avrebbe fatto a Lapo Elkann per avvertirlo che aveva visto delle foto sue in compagnia di una transessuale al parco parigino di Bois de Boulogne. Il giornalista ha confermato di averlo informato, ma ha giurato di non aver preso soldi, né in questo caso né in altri. Ha ribadito il concetto molte volte espresso da Fabrizio Corona: non è certo un reato avvertire qualcuno se ci sono foto compromettenti. È solo un favore amichevole.

Sarà, ma intanto nel numero di Chi della settimana scorsa c’era un servizio – che in gergo si chiama “finto rubato” – di Lapo Elkann con la fidanzata. Se Signorini non avesse fatto una cortesia al fratello del vicepresidente della Fiat, Lapo si sarebbe fatto fotografare? Il guadagno, in un modo di lavorare del genere, non è rappresentato solo dai soldi. Se togli dall’imbarazzo per esempio un ministro – scatti di Alfano sarebbero stati ritirati perché non graditi – rafforzi la tua posizione di favorito di Berlusconi. Signorini, al momento, non sarebbe indagato dalla Procura di Milano, né è stato convocato da Di Maio, che per ora preferisce ascoltare tutte le vittime delle presunte estorsioni o ricatti di altro genere. Ma alcuni manager Mondadori sono comunque molto preoccupati e la pensano esattamente come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, che il nome di Signorini non vuole neppure sentirlo. È proprio nell’ipotesi che l’inchiesta milanese possa coinvolgere Signorini che una sponda di Palazzo Chigi e una sponda di Segrate stanno muovendosi per trasformare il direttore di Chi, se fosse necessario, da pupillo del Capo a capro espiatorio. A nessuno di loro sfugge, tanto meno a Letta che ha la delega sui Servizi segreti, che il pm Di Maio da molti mesi sta lavorando a questa inchiesta e ha raccolto una mole considerevole di intercettazioni che potrebbero far emergere anche il modusoperandi di Signorini, utile a Berlusconi per condizionare nemici esterni e finti amici. Non a caso nei Palazzi romani si parla di foto utili al Cavaliere per farsi dire di sì da alcuni suoi alleati, a volte “indisciplinati”. Signorini per ora resiste, perché è ancora nel cuore di Berlusconi, nelle cui grazie da diversi mesi è tornato anche Lele Mora, molto premuroso durante la convalescenza del premier dopo l’affaire Tartaglia. Mora è anche un amico di Signorini. E forse non è un caso, che a Chi collabori Lorenzo Roberti, ex amministratore della L. M. management, la società di Mora. Invece da alcuni giorni non si fa vedere in redazione Alan Fiordelmondo, l’ex maestro di tennis di Signorini e suo caro amico, amministratore dell’agenzia Spyone, che tanto lavora con il settimanale. Ma vista l’aria che tira, è meglio non dare nell’occhio.

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