lunedì 18 gennaio 2010

Processo Mediaset, Berlusconi valuta il rito abbreviato

Dal Quotidiano L'Unità
del 18 gennaio 2010


La difesa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha chiesto oggi ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Milano - davanti ai quali si celebra il processo sulla compravendita dei diritti tv Mediaset - la concessione di un termine «congruo» di tempo per valutare se ricorrere al rito abbreviato.

La richiesta dei legali del premier -- che con il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, l'avvocato britannico David Mills e altre sei persone è fra gli imputati, a vario titolo, di frode fiscale e falso in bilancio nel processo ripreso oggi -- fa riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale del 14 dicembre scorso. In quell'occasione la Consulta ha dichiarato parzialmente illegittimo un articolo del codice di procedura penale (il 517) nella parte in cui non prevede la facoltà dell'imputato di richiedere al giudice del dibattimento il giudizio abbreviato di fronte a una nuova contestazione si di un fatto che risultava agli atti dell'indagine al momento della richiesta di rinvio a giudizio.

In questo caso la «nuova accusa» sono le contestazioni suppletive presentate dalla procura prima della sospensione per il Lodo Alfano che avevano allungato il falso in bilancio al 2000 e contestato un nuovo episodio di frode fiscale. BERLUSCONI OGGI «SALTA» UDIENZA In precedenza oggi il premier ha presentato una lettera per spiegare la sua assenza all'udienza di oggi, fra le date concordate con i giudici per la sua partecipazione al processo.

Nella nota letta dai suoi legali in aula, Berlusconi ha spiegato ci sono stati «fatti noti che sono intervenuti» che gli hanno fatto cambiare programma. Il premier ha aggiunto che oggi avrebbe voluto partecipare al processo, ma di aver saputo da suoi legali che comunque l'udienza può andare avanti anche in sua assenza perché nella seduta odierna ci si occuperà solo di «questioni processuali». Berlusconi ha aggiunto che avrebbe voluto rendere dichiarazioni spontanee, ma che i suoi avvocati glielo hanno sconsigliato perché non sarebbe stato «proceduralmente corretto».

Il processo ha per oggetto la compravendita dei diritti televisivi e cinematografici con società Usa per 470 milioni di euro che sarebbe stata effettuata da Fininvest -- società di proprietà della famiglia del presidente del Consiglio -- attraverso due società off-shore nel 1994-1999.

La procura di Milano ipotizza che major americane abbiano venduto i diritti alle due società off- shore, le quali li avrebbero poi rivenduti con una forte maggiorazione di prezzo a Mediaset allo scopo di aggirare il fisco italiano e creare fondi neri a disposizione di Berlusconi. Tutti gli imputati negano ogni addebito.

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