giovedì 24 settembre 2009

Lo scudo fiscale: «Se mi dichiaro poi verrete a controllare?»

Dal Quotidiano Il Corriere della Sera
del 24 settembre 2009

di Giovanni Stringa
(Giornalista)



MILANO — Il «regime della riservatezza» vale anche per i redditi delle attività rimpatriate, realizzati dopo lo scudo? Le operazioni su un conto scudato «vanno segnalate nel modello 770»? E sono «escluse dalle indagini finanziarie»? Sono le domande, e le paure, di chi guarda allo scudo con interesse, perché ha nascosto qualcosa all’estero, ma prima di «riemergere» in senso tributario vuole avere la certezza di non rimetterci. I quesiti, rivolti direttamente al Fisco sul forum online dell’Agenzia delle Entrate, sono firmati Ale, Magnolia o DR72: «nom de plume» dietro i quali possono nascondersi imprenditori, finanzieri, intermediari. Come quello che sta gestendo «il rimpatrio di attività detenute in Svizzera per conto di un cliente », che ha chiesto di poter regolare in contanti la somma da versare allo Stato (80 mila euro, per un capitale complessivo di un milione e seicentomila euro), mantenendo sostanzialmente invariati i capitali 'traslocati' per evitare minusvalenze da cessione. La domanda: è possibile, non crea problemi?

E «un cittadino italiano che possiede immobili sfitti in Francia », dove paga le tasse, si chiede se è già in regola o deve invece ricorrere allo scudo fiscale.

Che cosa deve fare, poi, chi possiede un piccolo appartamento in Cina?

Ma, ora che lo scudo abbraccia anche il falso in bilancio, il nocciolo della sanatoria potrebbe riguardare le fatture fittizie più che il mattone. Il classico esempio, racconta Guglielmo Maisto, docente di diritto tributario della Cattolica, potrebbe essere l’imprenditore socio unico (o con la moglie) di una piccola o media azienda industriale del Nord che per anni ha pagato fatture false emesse da una «scatola » estera. La liquidità veniva poi trasferita su un conto personale, sempre rigorosamente oltre confine, evadendo quindi le imposte sugli utili d’impresa. Ora per il socio è possibile rimpatriare pagando il 5%, decisamente meno delle normali aliquote sui redditi aziendali. Ma, secondo alcuni esperti, la società potrebbe comunque correre il rischio di inciampare in successivi accertamenti tributari

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