giovedì 26 novembre 2009

Berlusconi: Toghe attentano al governo E al Pdl: "Chi critica fuori dal partito"

Dal Quotidiano La Repubblica
del 26 novembre 2009


ROMA - Berlusconi attacca a tutto campo davanti all'ufficio di presidenza del Pdl. Batte i pugni sul tavolo, dopo settimane di polemiche con Fini e con i finiani, lanciando un aut-aut ai contestatori: chi non è d'accordo se ne va dal partito.
Ma insieme parte di nuovo con violentissime accuse alla magistratura, indicata come una forza eversiva che "attenta alla vita del governo" e "rischia di portare il Paese sull'orlo della guerra civile".

L'attacco del premier ai magistrati, riportato da alcuni dei partercipanti al summit, appare particolarmente violento. Ha parlato di una persecuzione giudiziaria nei suoi confronti, spiegando le ragioni che obbligano a metter mano alla riforma della giustizia. Perché, dice il premier, "è in atto un tentativo di far cadere il governo" condotto soprattutto dalla magistratura "che ha preso una deriva eversiva". Un tentativo - ha aggiunto - "che porta il Paese sull'orlo della guerra civile". Il Cavaliere ha citato i processi che lo vedono coinvolto a Milano, le indiscrezioni su presunte nuove azioni della magistratura riguardanti i processi di mafia, ma anche i casi di Nicola Cosentino e da ultimo di Renato Schifani. Spendendosi in una difesa del sottosegretario all'economia attraverso l'esame delle accuse mosse dai magistrati napoletani in alcuni casi definite "paradossali".

Poi l'affondo sul fronte interno, con un vero ultimatum nei confronti dei finiani: il programma di governo - ha detto in sostanza il premier - è chiaro ed è stato sottoscritto da tutti in campagna elettorale. "Su ogni tema si decide a maggioranza e chi non è d'accordo occorre che si adegui. Chi non condivide è fuori".

Non è mancata una critica all'informazione. In particolare alla tv pubblica. "Ogni giorno vanno in onda sulla Rai, la televisione pubblica, processi contro il governo e la maggioranza" - ha spiegato, concludendo: "Questi processi devono finire".

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