del 31 ottobre 2009
di Carlo Tecce
(Giornalista)
Il fattaccio: la Camera chiude, il Transatlantico andrà deserto. Ma erano mesi che la serranda s’abbassava. Lentamente. L’ozio stanca e provoca assuefazione. Alla Camera i deputati passano il tempo a pigiare bottoni: quattro ore di lavoro al giorno, poi tre, due, una. Decreti legge calati dal governo e blindati con la fiducia. Il 90 per cento delle leggi approvate sono affare privato di Palazzo Chigi. E se mancano pure i soldi, le “coperture finanziarie” nelle Commissioni, il presidente Gianfranco Fini consiglia una settimana bianca. Riposo assoluto. I banchi riaprono il 9 novembre. La riunione con i capigruppo è un guaio: nemmeno l’ombra di iniziative parlamentari, ostruzionismo per evitare figuracce della maggioranza, una grossa quantità di interpellanze e ratifiche. La prossima settimana capitano pure due ricorrenze - lunedì 2 i defunti, giovedì 4 i caduti in guerra - e allora, senza che una manina si levasse contraria, oltre il diniego genetico dell’Idv, i deputati capi hanno ben accolto la sosta tecnica. Non ci sono i soldi, certo. Non c’è collaborazione, pure. Ma pochi saranno dispiaciuti perché s’ammazzano tra carte e brogliacci. Dalla segreteria del Pd fanno sapere che una, forse due, non tre leggi erano pronte per l’aula: “Quella sulla cittadinanza agli emigranti, che ormai slitterà a dicembre, e un’altra per aiutare i paesi di montagna”. Sarebbe la convenzione delle Alpi, curata da Angelo Emilio Quartiani: agevolazioni fiscali, contributi governativi per i comuni in alta quota. Nulla. A costi zero potevano votare la mozione Soro-Zaccaria sui respingimenti dei clandestini. E’ vero che i disegni di legge sono migliaia e che le Commissioni tirano oltre la mezzanotte, ma è pur vero che nel Pd iniziano a girare a largo: “Non avevamo altro da proporre per il calendario”, ci dicono con fermezza. Tra un paio di settimane, azzannando la crisi economica con calma, i deputati potranno discutere le norme in favore dei lavoratori che assistono familiari disabili, firmata da Luca Volontè e Teresio Delfino dell’Udc, il progetto nasce sfiancato dalla denuncia di Fini: “Non ci sono le risorse”. Un ritornello che stronca in senso trasversale. Anche la mozione dell’Idv - quel fortunato giorno dell’ingresso a Montecitorio - dovrà resistere alla miseria: sarà raddoppiata oppure no la cassa integrazione, un salto da 52 a 104 settimane? Capitolo a parte meritano le buone intenzioni di detassare le tredicesime e ridurre l’Irap alle piccole e medie imprese. “Le nostre idee costano e dunque sono penalizzate”, scherza Antonio Borghesi rappresentante dell’Idv nella Commissione Bilancio. Borghesi ha faticato di notte per licenziare la riforma “tecnica” della Finanziaria: un testo per sciogliere cavilli, voci grasse e incomprensioni. “Basta con il bilancio dello Stato illeggibile , uno strumento di mercato bestiame. Basta alle categorie onnicomprensive: scrivono spese per il personale, quale personale, militare e sanitario?”. Ai posteri. La Camera riposa. E Giovanni Marco Reguzzoni (Lega Nord) dovrà rinviare la sua battaglia per proteggere l’industria tessile. Il capogruppo Roberto Cota è contento per le ferie: “Siamo sulla linea di Fini, mi sembra ovvio. Non possiamo dire che a Montecitorio ci sia un ritmo frenetico, però”. Ecco, le salvifiche Commissioni: “Lì davvero si fanno gli straordinari. Sono il luogo adatto e giusto per dibattere. Per questo motivo noi chiediamo la riforma dei regolamenti parlamentari. Lasciamo all’aula la parte politica”. E sarebbe già una cospicua eredità. Alla segreteria del Pdl confondono il partito con il governo e viceversa: “Abbiamo appena inoltrato un decreto legge e votato numerosi trattati internazionali”. Quali elaborati del Pdl sostano irrequieti nelle Commissioni? “Tanti. Non abbiamo il conto”. Dieci giorni di vacanze portano consigli, la maggioranza dovrà sfruttarli con avarizia per assumere un comportamento unico e gradito sull’istituzione del ministero della Salute. Il governo ha deciso, adesso l’aula dovrà deliberare. Già s’intravedono forti tensioni interne nel gruppo del Pdl. I reggenti Fabrizio Cicchitto e Italo Bocchino dovranno ricevere la legge con riverenza e trattarla senza provocare fratture e imbarazzi. Domande esistenziali nel centro-destra: perché il governo stringe la borsa per i parlamentari e la svuota per moltiplicare i ministeri e la burocrazia?
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