mercoledì 4 novembre 2009

Abu Omar, "Per il segreto di Stato Pollari e Mancini non giudicabili"

Dal Quotidiano La Repubblica
del 4 novembre 2009


MILANO - Il giudice di Milano Oscar Maggi ha deliberato il non luogo a procedere per l'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e per il suo vice Marco Mancini. Sono stati invece condannati gli agenti della Cia, in gran parte a cinque anni di reclusione, mentre Robert Seldon Lady è stato condannato a otto anni. I funzionari del Sismi Pio Pompa e Luciano Seno accusati di favoreggiamento sono stati condannati a tre anni.

Pollari, alcuni suoi uomini e i 26 agenti Cia erano accusati di averprelevato il religioso islamico Abu Omar, indagato dalla Procura di Milano per terrorismo internazionale, nel febbraio del 2003. Abu Omar fu poi portato in Egitto, dove fu torturato, tanto da subire lesioni permanenti.

Per Pollari il non doversi procedere è stato disposto dal giudice sulla scorta dell'articolo 202 del Codice di procedura penale: "Qualora il segreto sia confermato e per la definizione del processo risulti essenziale la conoscenza di quanto coperto dal Segreto di Stato il giudice dichiara non doversi procedere per l'esistenza del segreto di Stato". Pollari ha così commentato la sentenza: "Senza il segreto di Stato avrei dimostrato la mia innocenza".

Il pm Armando Spataro, in fase di replica, aveva ribadito la linea dell'accusa: "Pollari e Mancini non hanno assicurato la sicurezza in Italia ma , con il loro comportamento, l'hanno compromessa". Per circa due ore il pm ha replicato alle conclusioni difensive degli avvocati e, in particolare, ha negato di aver aggirato la sentenza della Corte costituzionale sul segreto di Stato rivendicando, invece, quello che a suo giudizio era "un dovere e un diritto di interpretazione". Alle affermazioni di Spataro avevano replicato i difensori degli imputati. Prima di ritirarsi in camera di consiglio, il giudice Maggi aveva rigraziato tutti, "soprattutto gli avvocati d'ufficio degli imputati latitanti che hanno reso possibile con la loro presenza la celebrazione del processo".

Nelle scorse udienze, la pubblica accusa aveva chiesto per l'ex direttore del Sismi, Nicolò Pollari, 13 anni di carcere, così come per l'ex responsabile della Cia in Italia, Jeff Castelli. I Pm avevano chiesto la condanna a 10 anni per l'ex numero due del Sismi, Marco Mancini, presente in aula quest'oggi, e per una serie di agenti Cia coinvolti nel sequestro, avvenuto il 17 febbraio del 2003 nei pressi della moschea di viale Jenner a Milano. I difensori dei funzionari o ex del Sismi avevano tutti chiesto l'assoluzione per non aver commesso il fatto dei loro assistititi oppure, in subordine, una sentenza di non doversi procedere per l'esistenza del segreto di Stato.

Fu prima il governo Prodi ad apporre il segreto di Stato, poi confermato da quello del suo successore, Silvio Berlusconi. E proprio sull'interpretazione della sentenza con cui la Corte Costituzionale ha fissato i criteri dell'estensione del segreto e, di conseguenza, dell'utilizzabilità degli atti processuali, in aula si è dibattuto. Per l'accusa, non vi può essere segreto di Stato riguardo notizie relative a un "fatto reato", come, per l'appunto, il rapimento di Abu Omar.
"Nulla esiste, nulla può esistere in tema di un accordo istituzionale riguardo la commissione di un reato", avevano detto più volte Spataro e il suo collega Ferdinando Pomarici che, nel corso della loro requisitoria, avevano usato quelle prove che non riguardavano, a loro dire, "i rapporti" tra il Sismi e altre intelligence straniere, come chiarito dalla Consulta.

Gli imputati, per i pm, hanno fatto "grave scempio del proprio dovere di fedeltà ai principi della democrazia".Per i suoi legali, Pollari, con il divieto di violare il segreto di Stato imposto dal governo, è "vittima del segreto di Stato". "Il generale Pollari - hanno spiegato gli avvocati Franco Coppi e Titta Madia - ha sempre detto che il segreto di Stato non copre la sua responsabilità ma copre le prove della sua innocenza", non avendo "mai impartito ordini o direttive" che autorizzassero il sequestro.

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