del 19 novembre 2009
di Federico Mello
(Giornalista)
Giuseppe Grisorio parla con accento barese, ha la battuta pronta e le idee molto chiare. E’ il portavoce del No Berlusconi Day, l’incredibile mobilitazione nata in Rete per chiedere le dimissioni di Berlusconi. Per me, ci dice “Berlusconi rappresenta la parte marcia di questo paese. Concepisce la res publica in modo proprietario e, soprattutto, pensa che il voto popolare corrisponda a un’assoluzione”. Ma per Giuseppe sbaglia chi dice che odiano Berlusconi. “Non è vero: noi non odiamo nessuno. Ma pretendiamo che risponda alle pesanti accuse che gli vengono rivolte in tribunale, come tutti i cittadini, e non in televisione”. 26 anni, Giuseppe è di Cassano delle Murge, ma vive a Bari. Ha tanti soprannomi: Peppino, Peppe, “el Griso” dal suffisso del suo cognome. Fa l’avvocato praticante e frequenta la scuola di specializzazione per le professioni legali che serve per intraprendere la professione di magistrato. “Ho cominciato proprio oggi [ieri, ndr] il secondo anno. Non so se farò mai il magistrato. So che al corso ho la frequenza obbligatoria ed è un problema tutto il lavoro da fare per il NoBDay”. La prima manifestazione alla quale ha partecipato è “quella contro l’articolo 18 al Circo Massimo, avevo diciott’anni”. Poi qualche esperienza da “manovale con un po’ di testa” per la campagna elettorale di Vendola e la gioia per l’elezione di Nichi alla presidenza. “Lo voterei ancora” ci dice. Ma ora è il momento di pensare al 5 dicembre. “Il popolo ‘viola’ del NoBDay vuole essere il collante di persone che aderiscono a titolo personale. Anche per gli esponenti politici, avremmo preferito adesioni individuali”. Mentre i partiti litigano sulle adesioni, infatti, Giuseppe mette le carte in tavola: “Il comitato promotore l’ha detto fin dall’inizio: non vogliamo bandiere di partito. L’unica bandiera della manifestazione è il tricolore o il drappo viola, le
eventuali bandiere di partito che dovessero essere presenti, andranno in fondo al corteo. E sul palco non parleranno esponenti politici, ma persone comuni, a cominciare dai precari dell’Ilva e dai lavoratori di Eutelia”. Dopo, non un concerto, ma musica e arti varie: “Abbiamo un appello firmato da 4000 artisti. Si stanno occupando loro delle coreografie del corteo e dell’allestimento palco. E cureranno gli spettacoli alla fine della giornata”. Agli esponenti Pd che cercano di capire cosa succederà in piazza risponde. “Per una volta sarebbe bello che i politici si fidassero dei cittadini, quante volte loro ci hanno chiesto di fidarci di loro?”. Al Pd che teme attacchi al presidente Napolitano, risponde sempre d’istinto, con inconfondibile accento pugliese “Che cosa? Se Napolitano viene gli diamo il posto d’onore”.
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