martedì 10 novembre 2009

IL MEGAFONO UMANO DEL GOVERNO

Dal Blog di Luigi De Magistris
del 10 novembre 2009

di Luigi De Magistris
(Europarlamentare IDV)


Per le famiglie italiane le parole del direttore del Tg1 devono esser suonate surreali e sinistre. Non solo nel contenuto - criticabile - ma anche nel modo - altrettanto disprezzabile - con cui sono state espresse: Minzolini che all'ora di cena irrompe dentro le case, senza contraddittorio, per attaccare un singolo magistrato (il pm di Palermo, Antonio Ingroia) e difendere la casta del potere prospettando un ritorno all'immunita' parlamentare. Giornalisticamente cresciuto nel genere del pettegolezzo politico, dove all'analisi e all'inchiesta si preferiscono le confessioni private gossippare, e sempre disponibile ad oliare la macchina dei potenti, Minzolini e' quanto di più distante ci possa essere da chi pratica questa professione con responsabilita' e senso deontologico. Eppure abusa della tv pubblica, per la terza volta in pochi mesi (prima sul caso escort e poi sulla manifestazione per la liberta' di informazione), entrando a gamba tesa nel delicato rapporto fra magistratura, politica e informazione, con il solo scopo di farsi megafono umano del Governo. Un uso scorretto, anzi un abuso del suo ruolo e dello spazio che esso gli consente. Altrettanto grave e' l'indice che ha puntato verso un magistrato impegnato in indagini delicatissime riguardanti la mafia, a cui ha attribuito "un obiettivo improprio, quello di ribaltare il corso degli eventi". Essendo al fianco di Ingroia, a Napoli, proprio mentre pronunciava le parole al centro della polemica - strumentale - di Minzolini, posso confermare di aver ascoltato un ragionamento di semplice buonsenso che non aveva niente del programma eversivo a cui accenna il direttore del Tg1. Mi chiedo infatti: un magistrato ha il diritto di lanciare il suo grido di allarme sulla tenuta del sistema giudiziario e della giustizia stessa di fronte a provvedimenti di governo che a suo avviso li compromettono Puo' avvisare la societa' civile che sono in ballo progetti di riforma del codice di procedura penale e delle intercettazioni che, stando a quanto si evince, rischiano di mettere in difficoltà la facoltà investigativa della magistratura e in particolare la lotta alle mafie e ai colletti bianchi Ha la liberta' di citare Falcone e Borsellino e il loro insegnamento che la lotta alle mafie non si fa solo nei tribunali, ma e' una missione culturale e civile Credo di si', credo che un magistrato abbia non solo la facolta' e il diritto, ma il dovere di farlo. Come credo che forse e' proprio nel riferimento ai due giudici palermitani, che Ingroia ha compiuto domenica, che si annida il terrore del potere opaco e dell'informazione asservita, che vorrebbero mantenere "quel puzzo di compromesso morale" che non solo li garantisce ma che condividono.

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