mercoledì 4 novembre 2009

La miglior difesa è la fuga

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 4 novembre 2009

di Marco Travaglio
(Giornalista)


Nell’aprile del 2003, in una memorabile intervista al Corriere, l’on. avv. Niccolò Ghedini s’impegnò solennemente a non rallentare il processo Sme con impedimenti istituzionali del premier: “Berlusconi ha interesse a chiudere il processo in tempi rapidi perché, nonostante tutto, auspica una soluzione positiva”. Infatti due mesi dopo arrivò il lodo Schifani. Il 21 maggio 2008 giurò e spergiurò a Repubblica: “Non c’è nessuna volontà di fermare il processo Mills. Siamo alla fine, aspettiamo l’assoluzione, sospenderlo sarebbe un suicidio processuale”. Liana Milella lo incalzò: “Magari fate un altro lodo Schifani…”. E lui, sarcastico: “Magari durante l’estate, teniamo le Camere aperte per una riforma costituzionale da fare in 10 minuti per le alte cariche? Come si può pensare una cosa del genere?”. Lì per lì quella del lodo estivo sembrò una battuta: invece era una notizia. Infatti il 21 luglio il lodo Alfano era cosa fatta, e con legge ordinaria (nemmeno Ghedini, due mesi prima, avrebbe immaginato che il capo dello Stato avrebbe firmato un simile obbrobrio). L’avvocato Mavalà è un tipo simpatico, ma è come il suo illustre cliente: quando è serio mente per la gola, la verità la dice solo quando scherza. O forse, in cuor suo, pensa davvero che l’illustre cliente sia innocente: poi gli parla e cambia subito idea, anzi cambia la legge. Perché, se c’è un italiano incrollabilmente convinto della colpevolezza di Berlusconi, è Berlusconi. Parte avvantaggiato su tutti gli altri: lui sa quel che ha fatto, gli altri no. Dunque, dopo aver più volte auspicato la “rapida conclusione” dei processi e giurato che “non c’è alcuna volontà di fermarli”, Ghedini sta ricominciando a fermarli perché la rapida conclusione non arrivi mai. Come dice Luttazzi, “mai visto un innocente darsi tanto da fare per farla franca”. Ieri Mavalà ha chiesto il rinvio della prima udienza del processo Mediaset, fissata per il 16 novembre, perché quel giorno il presidente imputato sarà impegnatissimo a un convegno sulla sicurezza alimentare. E, quando si parla di mangiare, non vuole distrazioni. I giudici potrebbero processarlo in contumacia, come han sempre fatto, visto che in 13 anni di processi ha presenziato a tre sole udienze. Ma lui ora ha deciso che “voglio esser presente a ogni udienza”. Peccato che non ci sia mai: “Impedimenti istituzionali” 365 giorni all’anno, 24 ore su 24. I pranzi con Tarantini, le cene con Bossi, i dopocena con Apicella e/o la D’Addario, le feste per i 18 anni di Noemi, i festini con veline in Sardegna, il comitato “Meno male che Silvio c’è”, la manutenzione delle dodici ville, il cineforum con Signorini sui filmati di Marrazzo coi trans. Una vitaccia. Due estati fa, per dare un’idea della sua grama esistenza, esibì in conferenza stampa una pagina a caso della sua agenda di statista: “30 luglio 2008. Ore 9.40 uscita di casa. Ore 10 Enel Civitavecchia (poi non ci andò); ore 12 Yushchak (una modella ucraina). Ore 13 Masi (Mauro, allora segretario di Palazzo Chigi, ora dg Rai). Ore 13.30 colazione per 80 anni di Cossiga con Letta e Ghedini (che però saltò). Ore 16 Previti (il pregiudicato) e telefonata a Bossi. Manna (Evelina); Troise (Antonella), Staderini (Marco, Cda Rai). Ore 19 De Girolamo (Nunzia, neodeputata carina). Ore 19.30 Bassetti (produttore tv). Ore 20.30 Selvaggia (un’amica). Sardegna compleanno Barbara (la figlia)”. Dite voi se questo sant’uomo può perder tempo in tribunale. Una volta, dopo mesi di inseguimento, Ilda Boccassini propose ai giudici di convocarlo la domenica. Ma lui aveva un legittimo impedimento anche lì: “La domenica vado alla Santa Messa”. Con le pie donne Yushchak, Evelina, Antonella, Patrizia e Selvaggia. Alfonso invece fa il chierichetto.

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