sabato 5 settembre 2009

Avvenire: "Contro di noi una videoindecenza"

Dal Quotidiano La Repubblica
del 5 settembre 2009

di Oriana Larocca
(Giornalista)


ROMA - "È videoindecenza. Feltri & Co hanno dilagato sul piccolo schermo. Di noi e della nostra linea politica è stata fatta caricatura". Nel suo primo editoriale da direttore ad interim di Avvenire, in edicola oggi, Marco Tarquinio mette pesantemente sotto accusa il ruolo delle televisioni. "C'è più di un problema nel mondo dell'informazione italiana" esordisce in prima pagina il successore di Dino Boffo. "La libertà senza responsabilità non ha senso, e l'esercizio irresponsabile della libertà diventa inesorabilmente una maledizione per ogni comunità civile".

Ma il neo direttore del quotidiano dei vescovi stigmatizza "l'inconsistenza di quella maligna campagna diffamatoria costruita su una lettera anonima travestita da 'documento del casellario giudiziario'".

A proposito del ruolo delle tv, Tarquinio scrive che "la magna pars dell'informazione televisiva pubblica e privata ha finito per amplificare le loro cannonate in faccia alla verità. Le falsità e le deformazioni sulla persona di Dino Boffo hanno avuto - per giorni - uno spazio tv irrimediabilmente insultante". "E di Avvenire - prosegue - e della sua linea politica è stata fatta anche in tv una interessata caricatura. E questo perché 'Feltri & Co. ' sono stati fatti dilagare sul piccolo schermo con le loro tesi e (man mano che la verità veniva a galla) i loro aggiustamenti di tesi".

Ed ecco l'affondo di Tarquinio. "E quando non sono stati loro - gli sbandieratori di una ignobile lettera anonima - a occupare lo schermo, le notizie di chiarimento venute dalla magistratura di Terni sono state ignorate o sminuzzate. Confuse in un polverone di chiacchiere in politichese. Tutt'al più di querimonie su una privacy violata, quando c'era una verità di vita fatta a pezzi. Un'autentica videoindecenza".

Il duro editoriale di Tarquinio segue quello di ieri intitolato "Direttore galantuomo" con cui Avvenire in prima pagina ha dato notizia delle dimissioni di Boffo (che resta in una località segreta in compagnia solo dei familiari più stretti), dedicando poi al caso le prime 6 pagine. Due semplici parole a corredo di un sofferto commento nel quale il giornale cattolico esprime la sua "solidarietà" all'uomo che lo ha "guidato e fatto crescere di ruolo per 15 anni" ed uscito di scena "il settimo giorno dalla violenta aggressione giornalistica scatenata dal Giornale con la diffusione del testo gravemente diffamatorio di una lettera anonima fatta addirittura passare per sentenza giudiziaria".

Una "decisione serena e lucida" per la quale - nota l'editoriale - hanno espresso la loro "solidarietà il mondo delle associazioni e della politica" e tantissimi lettori "con una nuova valanga di stima ed affetto per il nostro Direttore Galantuomo". Il giornale pubblica, inoltre, i comunicati del presidente Cei Bagnasco e del presidente del Cda di Avvenire, il vescovo Marcello Semeraro. Di "profondo rammarico" parla inoltre monsignor Francesco Ceriotti, presidente della Fondazione Cei che sovrintende a Tv2000 e alle radio Rete Blu, esprimendo anche "gratitudine" per quanto fatto da Boffo per lo sviluppo dell'emittenza cattolica.

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