venerdì 4 settembre 2009

"Fondi a politici del centrosinistra" Sanità e appalti, l'inchiesta s'allarga

Dal Quotidiano La Repubblica
del 4 settembre 2009

di Maria Chiarelli
(Giornalista)



BARI - Imprenditori e politici parlavano liberamente al telefono, facendo anche i nomi di personaggi nazionali ai quali sarebbe arrivato il denaro, frutto di un "patto criminale". Intanto, le microspie dei carabinieri registravano fedelmente le conversazioni.

Si sposta così ad un livello superiore l'indagine della procura antimafia di Bari sull'intreccio fra imprenditoria e sanità regionale, nella quale sono già state indagate 16 persone e per la quale il 7 e 8 settembre prossimi sarà a Bari la commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema sanitario.
L'attenzione dei carabinieri del Nucleo investigativo, coordinati dal pm Desirée Digeronimo è ora puntata su cinque partiti di centrosinistra, i cui referenti avrebbero dovuto ricambiare il denaro ricevuto con generosi appalti. Già nel luglio scorso erano stati acquisiti bilanci e documentazione bancaria di Pd, Prc, Socialisti autonomisti dell'ex assessore regionale alla sanità Alberto Tedesco (ora senatore Pd e principale indagato), di Sinistra e Libertà (del governatore Vendola) e della Lista Emiliano, facente capo al sindaco di Bari.

Ora, incrociando le prime verifiche sulla documentazione con le intercettazioni delle telefonate fra Tedesco e alcuni imprenditori, sembrerebbe prendere corpo l'ipotesi che cifre a più zeri sarebbero state versate a politici regionali e nazionali. Microspie, piazzate per otto mesi nella stanza dell'ex assessore alla sanità, avrebbero poi registrato altri accordi, proposti da manager disponibili a finanziare i partiti di centrosinistra in cambio di "forniture e servizi" da svolgere in regime di monopolio.

Si tratta a questo punto di comprendere quale direzione abbia preso il flusso di denaro e da dove provenisse. L'ipotesi è che i soldi, prelevati da fondi neri delle società e occultati sotto false voci in bilancio, sarebbero stati dati ai politici locali e, in un successivo momento, sarebbero transitati nelle disponibilità dei referenti nazionali. Ma quello che salta all'occhio nelle diverse indagini sull'assessorato regionale alla sanità, affidate a più pm della stessa procura, è che la gestione dell'attività sarebbe stata spartita fra Alberto Tedesco e dirigenti e funzionari apparentemente fedeli all'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, lo stesso che avrebbe gestito un giro di escort portate anche a Palazzo Grazioli.

La "società" fra Tarantini e Tedesco si sarebbe poi infranta sulla reciproca concorrenza nella fornitura di protesi sanitarie in tutta la regione. E non sarebbe un caso che, come emerge dalle indagini, le nomine dei direttori generali della Asl venivano fatte su indicazione dello stesso ex assessore seguendo logiche di ritorno elettorale. Egualmente, gli appalti sarebbero stati affidati a chi era in grado di garantire un numero congruo di voti.

Ne parleranno martedì in Prefettura a Bari, dinanzi ai senatori della commissione, i pm titolari delle due più grosse inchieste: Desirée Digeronimo e Lorenzo Nicastro. Quest'ultimo, affiancato nell'indagine dal collega Roberto Rossi, indagando sulle anomalie nelle procedure di accreditamento delle strutture sanitarie di riabilitazione in Puglia, ha scoperto un nuovo triangolo sesso, affari e politica, nel quale sarebbe coinvolto Tarantini e un altro ex assessore della prima Giunta Vendola. Il politico avrebbe promesso a donne posti di lavoro e consulenze alla Regione o a Unioncamere Puglia, in cambio di prestazioni sessuali. Tra le sue accompagnatrici, anche una escort "offerta" da Tarantini, per ottenere appalti.

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