venerdì 23 ottobre 2009

Il governo "stringe" la prescrizione migliaia di processi a rischio

Dal Quotidiano La Repubblica
del 23 ottobre 2009

di Liana Milella
(Giornalista)



ROMA - Pur di eliminarne due chi se ne importa se vanno al macero altri centomila tra dibattimenti e inchieste. Era la logica del famoso emendamento blocca processi del giugno 2008, è la stessa dell'ennesima norma "ad Berlusconem" che sta studiando il suo avvocato e consigliere giuridico Niccolò Ghedini. Pensa che ti ripensa (lo sta facendo da settimane prima ancora che il lodo Alfano, sua creatura, fosse bocciato dalla Consulta), ecco che la soluzione è saltata fuori, tanto da portarla al ministero della Giustizia per un consulto con gli esperti. Un colpo alla prescrizione, per togliere dalla strada del Cavaliere i processi Mills e Mediaset che con le udienze ormai sdoganate gli stanno per rovinare la legislatura.

Un colpo ben mirato stavolta: togliere di netto, dal calcolo dei tempi di prescrizione, gli anni in più che sono frutto di quello che, nei codici, viene definito un "atto interruttivo", un'interruzione per via di un interrogatorio, di un rinvio a giudizio, di una sentenza di primo grado. Un aumento stimato in un quarto in più e che può essere applicato solo una volta anche se gli stop processuali sono ovviamente più d'uno. Un esempio? Tanto vale, per intenderci bene, capire che succede con i processi del premier: nel caso Mills Berlusconi è imputato di corruzione, la prescrizione è calcolata in otto anni, cioè il massimo della pena, che passano a dieci per via delle interruzioni. E poi Mediaset: l'accusa di frode fiscale porta la prescrizione a sei anni, che passa a sette e mezzo per via degli "atti interruttivi" compiuti. E che s'inventa Ghedini? Via quei due anni per Mills, ed ecco che il processo anziché cadere in prescrizione nel 2012 arretra all'anno prossimo. E siccome va rifatto dall'inizio dopo la separazione da quello dell'avvocato David Mills (già condannato a quattro anni e mezzo) per via del lodo Alfano, si può considerare defunto. Idem per Mediaset anche se con un po' di sofferenza in più: la prescrizione sarebbe scaduta nel 2013 ma con la "ghedinata" ecco che arretra al 2011.

Dopo il regalo della ben nota ex Cirielli, votata nel dicembre 2005 dal precedente governo Berlusconi, il premier si fa un altro dono. Prima di quella legge gli anni in cui un reato "moriva" erano maggiori, il massimo della pena aumentato della metà. Con l'ex Cirielli quella metà calò a un quarto. E adesso, per i reati commessi fino a maggio 2006, quando fu approvato l'indulto, quella metà addirittura sparisce. E sarà interessante capire con quale motivazione Ghedini potrà proporre (non risulta che l'abbia fatto) un simile taglio alla Lega, da sempre partito delle manette e per antonomasia contro l'indulto. Bossi sarà pronto a sottoscrivere la "morte" di centinaia di processi pur di salvare Berlusconi? Un fatto è certo. Diceva ieri Bossi che "anche sulla giustizia c'è un accordo con Berlusconi, un accordo su tutto". Anche sulla prescrizione cortissima? È un interrogativo pari alla reazione dei finiani che con Giulia Bongiorno hanno sempre contrastato norme che si risolvono in un danno ingiustificato all'esercizio dell'azione penale.

Ma la modifica annunciata fino a che punto è un terremoto? Un pre-sondaggio tra le toghe ne rivela l'effetto devastante. "Sarebbe un'amnistia, una strage tra processi giunti all'ultimo stadio in Cassazione". "Allora meglio l'indulto che è revocabile se commetti un nuovo reato e si applica una sola volta". Perché l'assurdo del nuovo taglio alla prescrizione è che a goderne potrebbe essere lo stesso imputato in 50 processi. Tutti verrebbero potati. E che dire del calendario della Cassazione che, per il prossimo anno, ha fissato le udienze in base alla prescrizione? Tutti i processi cadrebbero. Ma vale lo spirito della blocca-processi. Un anno fa se ne volevano fermare centomila, così stimò l'Anm, pur di congelare i due di Berlusconi, ora la prescrizione cortissima ne taglierà altrettanti con lo stesso obiettivo. Allora Napolitano bloccò la norma. Ma il dopo lodo del Cavaliere è già cominciato. Commenta una toga: "Non sarebbe meglio fare una legge per dire che i processi del premier vanno cancellati?".

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