martedì 24 novembre 2009

Pm Spataro: ''Ddl processo breve inutile''. E il Pdl lo attacca ingiustamente

Dal Sito Antimafia 2000
del 23 novembre 2009

di Aaron Pettinari
(Giornalista)


Roma. E' un momento molto delicato questo per la giustizia in Italia. Dopo la bocciatura del lodo Alfano la maggioranza, su mandato diretto del premier Berlusconi, è in fibrillazione per far passare l'ennesimo emendamento “ad personam”.

Il ddl impropriamente chiamato del ''processo breve'' comincerà così il proprio iter in Commissione al Senato. 
Magistrati, associazioni, giornalisti e alcuni politici in questi giorni sono intervenuti per spiegare l'assurdità di una legge che rischia, se entrerà in vigore, di cancellare processi importanti (crac Parmalat, aggiotaggio Antonveneta, truffa rifiuti a Napoli, clinica S.Rita ecc... per dirne alcuni oltre ai processi del premier, Mills, Mediaset e Mediatrade) aumentando il rischio d'impunità. 
Ieri, intervenuto su Raitre, il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro ha detto: “Il ministro Alfano dice che solo l’1% dei processi sarà soggetto all’abbattimento? Vuole forse dire che il 99% dei processi funziona bene? Se è così allora la legge non serve, e il ministro non si è accorto di essere incorso in un pericoloso boomerang». E poi ha aggiunto: «Nella parte in cui prevede di sganciare il pm dalla polizia giudiziaria sembra ispirato da logica aziendale, nella relazione si legge che i compiti vanno distinti per 'creare i presupposti di una maggiore concorrenza e controllo reciproci'. Certe volte mi chiedo chi abbia mai scritto questa frase, spero non un magistrato». 
Quindi è intervenuto su possibili nuovi lodi o “mini-lodi” (come quello proposto da Casini sul legittimo impedimento): “Qualsiasi 'scudo' non è compatibile con il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Posso comprendere l’idealismo politico dell’onorevole Casini,ma la Corte Costituzionale l’ha già detto: non abbiamo bisogno di escamotage, basta con le riforme dettate da esigenze contingenti e dalla necessità di poche persone”. Immediata è stata la replica dei “colonnelli” del Pdl, Gasparri, Bondi e Cicchitto pronti, ancora una volta dopo quanto detto nei confronti del procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, ad accusare Spataro di essere un magistrato-politico. 
Unico a difendere il magistrato è stato Antonio Di Pietro: "Accusare e criminalizzare persone come Spataro o Ingroia è un delitto di Stato, perché vuol dire non conoscere la storia personale di queste persone". "Quando la gente andava in giro ancora con i calzoni corti - ha proseguito - Spataro combatteva il terrorismo, Ingroia combatteva la mafia. Criminalizzarli soltanto perché dicono 'guardate che con le leggi che state facendo ci togliete ogni possibilita' di combattere la criminalità vuol dire essere favoreggiatori di criminali. Perché - ha aggiunto - solo dei criminali possono combattere la criminalità togliendo le armi a chi vi si oppone. E' come togliere il bisturi a un chirurgo. Non so - ha concluso Di Pietro - se a un certo punto chi attacca Spataro sia solo un delinquente o anche un cretino".

1 commento:

  1. sicuramente sul processo breve pesano troppi abbagli matematici, l’inefficienza della macchina giudiziaria vanifica la certezza della pena quale deterrente del reato. Il processo breve mira a creare un filtro e ad accrescere la certezza della pena per i reati più importanti
    http://www.loccidentale.it/articolo/la+macchina+giudiziaria+macina+molte+prescrizioni+perch%C3%A9+%C3%A8+intasata.0082195

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