DIBATTITO - All’incontro, che sarà trasmesso in diretta su c6.tv, interverranno anche alcuni esponenti del mondo della politica e del giornalismo lombardo, tra cui Giulio Cavalli, Ludovico Gilberti e Mauro Giubellini. Il dibattito intorno all’opportunità che sia introdotto nell’ordinamento normativo italiano un più efficace sistema sanzionatorio dell’azione temeraria nelle cause per diffamazione è aperto da tempo ed è stato rilanciato proprio da Milena Gabanelli quando, nello scorso settembre, si era paventata l’ipotesi che la Rai sospendesse la copertura legale alla trasmissione Report. Le spese legali necessarie ad affrontare i procedimenti giudiziari sono infatti notoriamente ingenti e spesso tali da dissuadere editori e giornalisti dal perseverare nelle proprie inchieste, anche quando l’azione sia infondata e il fatto diffamatorio del tutto insussistente. Analogamente le richieste di risarcimento possono raggiungere cifre a sei zeri e indurre l’editore a desistere dal rendere pubbliche determinate notizie.
LITE TEMERARIA - Sebbene le modifiche all’art.96 del Codice di procedura civile, introdotte dalla recente legge del 18 giugno 2009, n. 69, promettano novità, nella quasi totalità dei casi la lite temeraria (l’azione giudiziale mossa senza fondamento, con dolo o colpa grave) viene punita con sanzioni d’importo trascurabile. Chi possa permettersi di sostenere il costo delle spese processuali – e fra costoro si annoverano in gran numero mafiosi e camorristi, i quali possono contare su ricche fonti di liquidità – ha dunque a disposizione un utile istituto che, nato per difendere l’onorabilità di ogni onesto cittadino, si trasforma in vero e proprio strumento d’intimidazione.
INFORMAZIONE E INTIMIDAZIONE - La questione, apparentemente tecnica, nasconde un problema di interesse generale: il diritto della collettività a ricevere una corretta e puntuale informazione, libera da indebiti condizionamenti. Nelle intenzioni degli organizzatori l’incontro ha dunque lo scopo di portare il problema all’attenzione di un pubblico che non sia solo quello degli addetti ai lavori, e della politica, affinché possa intervenire sul piano normativo.
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