del 29 gennaio 2010
di Vincenzo Iurillo
(Giornalista)
“Napoli. Risale all’altro ieri l’ultima udienza per Antonio Bassolino e gli altri 28 imputati del disastro rifiuti: ‘saltata’ per astensione degli avvocati. Se ne riparlerà il 10 febbraio, nell’ambito di un calendario di udienze fissato per ora sino a giugno. Mentre per ‘Global Service’, alla sbarra Alfredo Romeo e diversi ex assessori comunali e provinciali per gli appalti truccati a Napoli con la complicità bipartisan di esponenti Pd e Pdl, la sentenza del Gup Campoli è attesa a breve. Risale però al 15 giugno 2009 la richiesta di condanna avanzata dai pm D’Onofrio, Filippelli e Falcone: dieci anni per l’immobiliarista, sei anni circa per gli ex assessori accusati di connivenze varie. I processi simbolo dello scempio dell’amministrazione pubblica napoletana arrancano in un dedalo di stanze chiuse, aule bunker,palettialdirittodicronaca.Nellasostanzialeindifferenzadelleprincipalitestate,accumulano rinvii e ritardi. Così, del processo Bassolino-Impregilo e del processo Romeo non ne parla più quasi nessuno. Colpa – o merito – pure di alcune scelte di magistrati e avvocati. L’elefantiaco processo Bassolino – 140.000 pagine di atti istruttori, 600 parti offese, 536 testi ammessi a deporre, poi ridotti a 400, si attende un’ulteriore scrematura - è stato ‘oscurato’ anche per via della decisione del Pg Galgano di vietare l’uso di telecamere e registratori, e di sottoporre i giornalisti a minuziosi controlli prima di entrare nell’aula bunker di Poggioreale. Un’ordinanza duramente contestata dal cronista indipendente Daniele Martinelli, forse l’unico giornalista ad aver assistito alla maggior parte delle udienze, sulle quali riferisce con puntualità sul proprio blog. In un anno e mezzo pm e Corte hanno ascoltato solo 40 testimoni. Con questi ritmi e con la prescrizione in agguato nel 2012, secondo Clemente Enselmi, difensore di parte civile per 18 Comuni, “la sentenza di primo grado dovrebbe arrivare in tempo”. Ma gli altri due gradi di giudizio, quasi certamente, no. Il processo Romeo si svolge invece col rito abbreviato: davanti al Gup, a porte chiuse, e senza l’ammissione di nuove prove o testimonianze. Abbreviato è sinonimo di accorciato? I tempi suggeriscono di no. Secondo un primo calendario di udienze, la sentenza era attesa il 2 ottobre scorso. Invece, forse, arriverà il prossimo 19 febbraio. Forse.
Intanto il silenzio mediatico aiuta a dimenticare, è un potente narcotico per l’opinione pubblica. Così il Governatore ha scansato senza difficoltà gli appelli a dimettersi e ha concluso il secondo mandato: ora muove i fili delle candidature Pd per la Regione. Mentre l’imprenditore, scarcerato a marzo dopo 79 giorni di prigionia a Poggioreale ma con la noia dell’amministrazione giudiziaria delle sue aziende, resta comunque il proprietario di un gruppo di società che fattura 161 milioni di euro nel campo della gestione dei patrimoni immobiliari (28 milioni di utili nel bilancio 2007) e impiega circa 300 persone. Un gruppo che nonostante l’inchiesta conserva il contratto di manutenzione delle case popolari dove vivono 22.000 famiglie napoletane. “Scade nel 2011 - afferma il consigliere comunale Prc Sandro Fucito, citato nell’ordinanza di arresto di Romeo come oppositore del Global Service stradale da 400 milioni di euro che, secondo i pm, si stava predisponendo in favore dell’immobiliarista - ritengo nostro obiettivo programmatico non rinnovarlo”. Non sarà un danno irreparabile per Romeo, che ha appalti a Roma, Milano, al Ministero dell’Economia, alla Consip, all’Inps e al Demanio. La giunta Alemanno però gli ha revocato un maxi appalto da 720 milioni di euro per la manutenzione di 800 chilometri di strade. A Napoli gli resterà comunque l’albergo omonimo a cinque stelle, un tripudio di vetrate che affacciano sul porto.
il sig. Iurrillo, anche lui, "non sa'" o non dice, della presenza in aula dei cittadini che resocontano alla colletivita': PERCHE' ?
RispondiEliminaDevono pagare tutti destra centro e sinistra!
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