martedì 19 gennaio 2010

VENDOLA INDAGATO

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 19 gennaio 2010

di Antonio Massari
(Giornalista)


Sulle elezioni regionali in Puglia piomba il macigno che in tanti s’aspettavano: il governatore Nichi Vendola è indagato per concussione. L’indiscrezione circola da settimane, da quando un rapporto dei carabinieri aveva ipotizzato, per il governatore pugliese Nichi Vendo-la, un coinvolgimento nelle inchieste sulla malasanità. Ieri l’indiscrezione ha trovato le prime conferme e, com'è ovvio, condizionerà le primarie previste per domenica, che vedono Nichi Vendola sfidare il candidato del Pd Francesco Boccia. Per la conferma definitiva, bisognerà aspettare oggi, poiché la Procura, sull'argomento, ha sempre tenuto un profilo netto, di riserbo assoluto. Anzi, più che di riserbo , bisogna parlare di nette smentite: il procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, circa un mese fa, aveva negato l’iscrizione di Vendola nel registro degli indagati. Intervistato dai giornalisti, dopo lo scoop di Libero che, per primo, aveva divulgato l’informativa dei carabinieri, destinata alla procura di Bari, nella quale figurava il coinvolgimento del governatore nell’inchiesta sulla sanità, dichiarò che Vendo-la non era sotto indagine . Negò l’iscrizione, ma non la sostanza dell'informativa. E l’atto, secondo le indiscrezioni, è stato poi firmato, come atto dovuto, proprio dopo la segnalazione ricevuta, in procura, dalle indagini svolte dall’Arma.

La vicenda, come vedremo, riguarderebbe l'interessamento di Vendola nella nomina di alcuni primari. Di certo, c'è che il pool che indaga sulla sanità, organizzato da Laudati poco dopo il suo insediamento a capo della procura di Bari, ha impresso un’accelerata al proprio lavoro. Nella scorsa settimana, in una sorta di uno-due, sono stati arrestati diversi funzionari delle Asl, nei filoni che più da vicino riguardavano il “re delle protesi” pugliese Gianpaolo Tarantini e l'ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino. In diverse intercettazioni, inoltre, sono venuti fuori i nomi di assessori regionali della giunta Vendola, nessuno dei quali indagati, e la percezione è stata precisa: la morsa della procura si sta stringendo sempre più intorno alla gestione della sanità pugliese gestita dal centrosinistra.

L'inchiesta che vede Vendola indagato, però, condotta dal pm antimafia Desireè Digeronimo, parte da lontano, ovvero dalla gestione dei rifiuti e dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Indagando sullo smaltimento dei rifiuti ospedalieri, infatti, la Digeronimo approda alle presunte irregolarità nell'amministrazione della sanità regionale. Dopo una lunga serie di intercettazioni e di interrogatori, resta impigliato nelle indagini l'ex assessore Alberto Tedesco, prima indagato, poi dimissionario, infine nominato senatore del Pd. La pm – che oggi condivide il fascicolo con Francesco Bretone e Ciro Angelillis – dopo aver acquisito una grande mole di atti, delibere, bilanci regionali e di partito, in questi giorni ha anche interrogato l'attuale assessore alla sanità Tommaso Fiore, non indagato, e pare che la sua indagine sia ormai alla stretta finale.

La posizione del governatore riguarda un presunto accordo, ricercato con politici e dirigenti della Regione, per la nomina di alcuni medici ai vertici di aziende sanitarie. Fatti che risalgono al 2008. In particolare, l’attenzione dei pm baresi, s'era concentrata su alcune telefonate con l'ex assessore Alberto Tedesco. Nel corso di una telefonata, per la precisione, si discuteva della nomina di un professionista di fama mondiale, giunto da Harvard, per la guida del reparto di Neurologia all'ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti. Sull’argomento, peraltro, Vendola fu ascoltato a novembre, dal pm Digeronimo, nella procura di Bari, come persona informata sui fatti. La nomina del primario, Giancarlo Logroscino, non andò comunque in porto. E proprio Vendola, nelle intecettazioni captate dalla procura , cercava di comprendere se, nella vicenda, avesse avuto un peso il ruolo di Tedesco, al quale chiedeva se fosse contrario alla nomina. Tedesco rispose che non si occupava direttamente delle nomine e che, comunque, avrebbe cercato di comprendere meglio la situazione. Vendola, infatti, non riusciva a capacitarsi dell'esclusione di Logroscino, in quanto ritenuto un luminare di fama mondiale. In altre telefonate con Tedesco, poi, Vendola chiedeva delucidazioni sulla situazione dell'istituto Zooprofilattico di Foggia. C'è da chiedersi, ora, quali ripercussioni avrà l'iscrizione di Vendola nel registro degli indagati, proprio nei giorni in cui è partita la corsa per le primarie pugliesi. Soltanto sabato, infatti, era stato sciolto il nodo delle primarie: nell’assemblea regionale del Pd, che ha visto la partecipazione di Massimo d'Alema, il nome di Francesco Boccia era stato prescelto per gareggiare con Vendola nella sfida del gradimento tra gli elettori del centrosinistra pugliese. Ora, sul nome di Vendola, c'è la macchia dell'iscrizione nel registro degli indagati. La lotta politica si farà senza dubbio più dura. E il governatore, oltre che spiegare il suo programma politico, dovrà dimostrare di essere estraneo ai fatti che gli contesta, ormai ufficialmente, la procura di Bari.

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