martedì 29 settembre 2009

Rifiuti: ”Bertolaso a giudizio”

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 29 settembre 2009

di Vincenzo Iurillo
(Giornalista)
















Richiesta di rinvio a giudizio per un reato minore, richiesta di archiviazione per le accuse più pesanti. Si definisce così l’inchiesta a carico del sottosegretario Guido Bertolaso nell’ambito di uno dei tanti filoni sul disastro rifiuti in Campania, lo stralcio del fascicolo “Rompiballe”.

Il procuratore capo di Napoli Giandomenico Lepore e il sostituto Maurizio De Marco ne hanno chiesto il processo insieme al prefetto, ex commissario, Alessandro Pansa e un altro ex commissario, Corrado Catenacci.Masoloperunreatomeno grave: “gestione non autorizzata”, punibile fino a due anni di arresto convertibili in una pena pecuniaria. Chiesto il giudizio anche per due funzionari di Fibe, Armando Cattaneo ed Enrico Pellegrino. La Procura ha però avanzato una richiesta di archiviazione per le accuse più gravi di concorso in traffico illecito di rifiuti, quelle per le quali già si sta celebrando il dibattimento a carico del braccio destro diBertolaso,MartaDiGennaro,edi altre 25 persone. Proscioglimento in vista anche per altri tre indagati eccellenti: l’ex pm Giovanni Corona, l’ad di Asìa (la municipalizzata napoletana sui rifiuti) Ciro Turiello e l’ex sub commissario Claudio De Biasio. Sulle richieste di giudizio si pronuncerà il Gip Raffaele Piccirillo. Le richieste di archiviazione verranno valutate dal Gip Gabriella Pepe.

“Non ho mai fatto, pensato, detto alcunché senza riscontro e indicazione del mio capo, non è pensabile che ci possano essere posizioni diverse, laddove ce ne siano davvero. Se è riconosciuto che il mio capo non ha responsabilità, non posso averne io che svolgevo ogni mandato per sua funzione”. A parlare così in un’intervista del 30 luglio 2008 è Marta Di Gennaro, sub commissariato per l’emergenza rifiutiinCampania.LaDIGennaroda due mesi è indagata – per qualche giorno è stata anche agli arresti domiciliari - per la gestione della crisi spazzatura nel 2007. Il “capo” è Guido Bertolaso, è lui nel 2007 il commissario governativo per l’emergenza rifiuti. L’inchiesta, detta “Rompiballe”, è condotta dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, i magistrati che hanno ottenuto il rinvio a giudizio del governatore Antonio Bassolino e dei dirigenti di Fibe-Impregilo nel processo sulla gestione del ciclo complessivo dei rifiuti. A carico della DI Gennaro c’erano intercettazioni nelle quali, tra l’altro, riferiva “di una discarica da truccare” a Terzigno. Ovvero, da riempire con la “monnezza” e non con la frazione organica stabilizzata (fos), come disposto nel piano per fronteggiare la crisi. Quando la DI Gennaro si sfoga coi giornalisti, Bertolaso non èancoraufficialmentesottoinchiesta. La notizia della sua iscrizione nelregistrodegliindagatidiverràdi dominio pubblico nel febbraio 2009. E mentre la sub commissaria è già sotto processo da tempo, la posizionedelcommissarioBertolaso, estromessa dal filone principale, è stata definita solo ieri.

È l’epilogo di una vicenda che nei mesi scorsi ha diviso la Procura di Napoli e provocato l’intervento del Csm. Al centro del conflitto interno ai magistrati dell’accusa, la riunione del 24 luglio 2008 tra il procuratore Lepore, il responsabile del pool reati ambientali Aldo De Chiara e i pm Noviello e Sirleo. Quel giorno, Lepore decise che non si dovesse chiedere il rinvio a giudizio di Pansa, Bertolaso e Catenacci. Sirleo e Noviello per protesta non firmarono l’atto e qualche tempo dopo, in sei pagine di osservazioni trasmesse al Csm, esprimeranno “totale e radicale dissenso”. In un’altra missiva al Csm, De Chiara scriverà che il procuratore Lepore aveva motivato lo stralcio di Pansa e Bertolaso con l' esigenza di non «deteriorare i rapporti istituzionali fra governo e magistratura napoletana». Lepore spiegherà così le ragioni della sua decisione: “Era un' iniziativa giudiziaria in quel momento ancora incompleta”. Lo stralcio , chiarirà il procuratore capo, fu disposto tenendo conto “esclusivamente della necessità di garantire il diritto di difesa degli indagati che non erano stati oggetto di misura cautelare e che legittimamente chiedevano di compiere ulteriori accertamenti. Ma doverosamente ho soppesato limiti e conseguenze che un' iniziativa giudiziaria in quel momento ancora incompleta avrebbe potuto riflettere sull' emergenza rifiuti che in quei giorni tanto drammaticamente interessava il nostro territorio . Come è mio costume ho sottoposto le mie convinzioni e le mie perplessità ai colleghi”. Sarà sicuramente una coincidenza, ma proprio nei giorni scorsi i pm Noviello e Sirleo hanno fatto domanda per essere trasferiti in altra sede. Il primo ha chiesto di andare in Toscana e nel Lazio, Sirleo si è proposto come magistrato di collegio giudicante civile. Se le istanze fossero accolte, bisognerebbe nominare altri pm per condurre l’accusa nel processo a Bassolino e ai vertici Impregilo. “Mi auguro che queste domande siano revocate – ha affermato De Chiara – altrimenti la Procura perderebbe due magistrati che sarebbe difficile sostituire, in un settore delicato e complesso come quello nel quale hanno dimostrato di saper operare egregiamente”.

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